The Winds of Winter – ALAYNE I

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Stava leggendo il racconto del Cavaliere Alato al piccolo Robert Arryn quando Mya Stone, vestita con pelli e stivali da equitazione, bussò alla porta della camera da letto e portò con sé un forte odore di stalla. Mya aveva dei fili di paglia tra i capelli e uno sguardo torvo. Alayne sapeva che quell’espressione era dovuta alla presenza di Mychel Redfort nelle vicinanze.
«Sua signoria» disse Mya a Lord Robert «gli alfieri di Lady Waynwood sono stati visti a un’ora di distanza lungo la strada. Arriveranno a breve con vostro cugino Harry. Volete dar loro il benvenuto?»
Perché aveva dovuto nominare Harry? Si chiese Alayne “Adesso non riusciremo sicuramente a far alzare Dolce Pettirosso dal letto”. Il bimbo lanciò un cuscino. «Mandali via. Non ho chiesto di averli qui.»
Mya restò stupefatta. Nessuno nella Valle era abile quanto lei con i muli, ma i lord erano un affare completamente diverso. «Sono stati invitati», proseguì incerta «Per il torneo. Io non…»


Alayne chiuse il libro. «Grazie, Mya. Lascia che parli io con Lord Robert, con permesso.»
Un chiaro sollievo si dipinse sul suo volto e Mya abbandonò la stanza senza dire una parola.
«Io odio quell’Harry,» cominciò Dolce Pettirosso non appena la giovane ebbe chiuso la porta. «Mi chiama cugino ma sta solo aspettando che muoia in modo da prendersi la Valle. Pensa che io non lo sappia, ma lo so.»
«Vostra signoria non dovrebbe credere a tali sciocchezze,» rispose Alayne. «Sono sicura che Ser Harrold ti vuole bene.» E se gli dei sono misericordiosi, ne vorrà anche a me. A quel pensiero, il suo stomaco fece un piccolo salto.
«Non è vero» insistette Lord Robert. «Vuole il castello di mio padre e basta, quindi finge.» Il ragazzo si portò al petto bianco la coperta. «Non voglio che vi sposiate, Alayne. Io sono il Lord della Valle e lo proibisco.» mentre diceva quelle parole, sembrava sul punto di piangere «Dovresti sposare me. Potremmo dormire nello stesso letto tutte le notti e potresti leggermi delle storie.»
Nessun uomo potrà sposarmi finché quel nano di mio marito è ancora in vita da qualche parte. Petyr sosteneva che la regina Cersei avesse ricevuto almeno una dozzina di teste di nani, ma che nessuna di quelle fosse di Tyrion. «Dolce Robert, non devi dire queste cose. Tu sei il Lord e Difensore della Valle, devi sposare una nobile e generare un figlio che possa governare dalla Sala Alta della Casa Arryn quando tu non ci sarai più.»
Robert si asciugò il naso. «Ma io voglio -»
Alayne pose dolcemente un dito sulla sua bocca. «So quello che vuoi, ma non può essere. Non sono una moglie adatta per te. Sono una bastarda.»
«Non mi importa. Ti amo più di chiunque altro.»
Sei solo un piccolo sciocco. «Ai tuoi alfieri importa. Alcuni chiamano mio padre arrogante e ambizioso. Se prendessi me in moglie, direbbero che lui te lo ha imposto e che non era nelle tue volontà. I Lord Dichiaranti potrebbero chiamare le armi contro di lui e verremmo entrambi condannati a morte.»
«Non permetterei mai che ti facciano del male!» rispose Lord Robert. «Se ci provassero li farei volare.» A queste parole, le sue mani iniziarono a tremare. Alayne le prese tra le sue con cautela. «Qui, Dolce Pettirosso, calmati ora.» Con il tremore passato, la giovane continuò. « Devi avere una moglie come si deve. Una nobile dagli alti natali.»
«No, voglio sposare te, Alayne.»
Tua madre una volta avrebbe voluto la stessa cosa, ma allora ero di alti natali e nobile. «Mio Lord, siete gentile a dire queste parole.» Alayne gli accarezzò i capelli. Lady Lysa non aveva mai permesso ai servitori di toccarglieli e dopo la sua morte Robert aveva sofferto di terribili attacchi di tremore ogni volta che qualcuno gli si avvicinava con una lama, quindi erano stati costretti a lasciarglieli crescere. Ora arrivavano quasi a metà del petto magro e emaciato. Però ha dei bei capelli. Se gli Dèi saranno buoni e faranno vivere Robert tanto a lungo da permettergli di sposarsi, sua moglie avrà almeno i suoi capelli da apprezzare. «Ogni figlio nato dalla nostra unione sarebbe illegittimo. Solo un figlio di alti natali della Casa Arryn potrà rimpiazzare Harrold dall’essere tuo erede. Mio padre troverà per te una giusta moglie, qualche nobile ragazza più bella di me. Andrete a caccia di falchi insieme e lei vi darà il suo favore da indossare ai tornei. Mi avrai dimenticato in poco tempo.»
«Non lo farò!»
«Lo farai. Lo devi fare.» rispose con voce gentile ma ferma.
«Il Lord della Valle può fare ciò che preferisce. Potrò amarti comunque anche se dovrò sposare lei? Ser Harrold ha un’amante. Benjicot dice che porta in grembo il suo bastardo.»
Benjicot dovrebbe imparare a tenere la sua bocca da giullare chiusa. «E’ questo quello che vuoi da me? Un bastardo?» chiese, allontanando con fermezza le sua mani dalla stretta del giovane. «Arriveresti a disonorarmi a tal punto?»
Il ragazzo parve colpito «Non intendevo-»
«Se Milord me lo concede, debbo trovare mio padre. Qualcuno deve dare il benvenuto a Lady Waynwood.» Sì alzò e prima che il ragazzo potesse trovare parole per risponderle, gli porse un veloce inchino e abbandonò la camera da letto diretta verso gli appartamenti del Lord Protettore della Valle.

Quando aveva lasciato Petyr Baelish quella mattina, lo aveva abbandonato in compagnia del vecchio Oswell Kettleblack, arrivato la notte precedente da Città del Gabbiano con un cavallo fresco. Sperava che i due fossero ancora lì, ma il solarium risultò essere vuoto. Qualcuno aveva lasciato aperta una finestra e un blocco di fogli era volato sul pavimento. Il sole si faceva strada attraverso le spesse finestre gialle e la polvere ballava alla luce come minuscoli insetti dorati. Sebbene la neve avesse già coperto le altezze della [[Lancia del Gigante]] sopra di loro, sotto la montagna l’autunno resisteva e il frumento invernale maturava nei campi. Fuori dalla finestra poteva sentire le risate delle lavandaie al pozzo e il cozzare dell’acciaio nel cortile dove i cavalieri si stavano esercitando per la giostra. Suoni piacevoli.
Alayne amava quel posto. Si sentiva di nuovo viva, per la prima volta da quando suo padre… da quando lord Eddard Stark era morto.
Chiuse la finestra, raccolse le pagine dal pavimento e le pose sul tavolo. Una di esse conteneva la lista dei partecipanti al torneo. Sessantaquattro cavalieri erano stati invitati a guadagnarsi il posto all’interno della nuova Fratellanza dei Cavalieri Alati di Lord Robert e sessantaquattro cavalieri si erano presentati per ottenere l’onore di apporre le ali del falcone sopra i loro elmi e poter proteggere il loro lord.

I contendenti arrivavano da tutta la Valle, dalle montagne alle valli e perfino dalle coste, da Citta del Gabbiano alla Porta Insanguinata e anche da Tre Sorelle. Sebbene alcuni fossero promessi, solo tre erano sposati. Dagli otto vincitori ci si aspettava che avrebbero trascorso i successivi tre anni al fianco di Lord Robert come sua guardia personale (Alayne ne aveva suggeriti sette come la Guardia Reale, ma Robert aveva insistito di volerne avere più di quelli di re Tommen Baratheon), quindi gli uomini anziani e con figli non erano stati invitati.
E si sono presentati, pensò Alayne orgogliosa. Si sono presentati tutti.
Aveva funzionato tutto esattamente come aveva predetto Petyr il giorno in cui aveva spedito gli inviti. «Sono giovani, avidi e affamati di avventura e gloria. Lysa non gli ha permesso di partecipare alla guerra. Questa è la miglior cosa che viene subito dopo. Hanno la possibilità di servire il proprio Lord e dimostrare la loro abilità. Verranno. Verrà anche Harry l’Erede.» aveva detto, accarezzandole i capelli e baciandola sulla fronte. «Che figlia intelligente sei.»

Era stata una mossa astuta. Il torneo, i premi, i cavalieri alati, era stata tutta una sua idea. La madre di Robert lo aveva riempito di paure, ma il piccolo sembrava aver guadagnato un po’ di coraggio da quando aveva iniziato a leggere lui i racconti di [[Arys Arryn]], il Cavaliere Alato della leggenda, fondatore della sua casata. Il pensiero l’aveva colpita una notte dopo che il piccolo Robert si era finalmente addormentato. Perché non circondarlo di Cavalieri Alati? Una guardia personale per tenerlo al sicuro e farlo essere coraggioso. Non appena aveva proposto a Petyr la sua idea, egli l’aveva resa reale. “Vorrà essere qui per dare il benvenuto a Ser Harrold. Dove sarà andato?”
Alayne scese le scale della torre per entrare nella galleria porticata dietro la Sala Grande. Sotto di lei, uomini di servizio stavano preparando lunghe tavolate per il banchetto serale mentre le loro mogli e le loro figlie eliminavano la paglia vecchia per sostituirla con quella nuova. Lord Nestor Royce stava mostrando a Lady Waxley la sua bellissima tappezzeria con scene di caccia. Gli stessi arazzi erano stati appesi nella Sala del Trono all’interno della Fortezza Rossa di Approdo del Re quando Robert Baratheon sedeva sul Trono di Spade. Joffrey Baratheon li aveva fatti rimuovere e da quel momento erano rimasti a marcire in qualche cella, finché Petyr Baelish non aveva fatto in modo di farli arrivare nella Valle come dono per Nestor Royce. Non solo erano bellissimi da ammirare, ma l’uomo provava piacere a raccontare che erano state possedute da un re.
Petyr non si trovava nella Sala Grande. Alayne ripercorse la galleria e scese lungo la scala ricavata dalla parete ovest per uscire sul cortile interno dove si sarebbe svolta la giostra. Attorno a quattro barriere per la giostra, ampie gradinate erano state erette per gli spettatori. Alcuni degli uomini di Lord Nestor stavano sistemando le aste con della calce, altri appendevano i luminosi stendardi e gli scudi sotto cui i cavalieri sarebbero passati prima di fare la loro entrata sul terreno di gioco.

A nord del cortile, erano state costruite tre quintane e alcuni cavalieri si stavano allenando. Alayne li riconobbe dagli scudi. Le campane di Casa Bellmore, le vipere verdi dei Casa Lynderly, la slitta rossa di Casa Flint/Breakstone e le picche nere e grigie della Casa Tollett. Ser Mychel Redford fermò una quintana con un tiro perfetto. Era uno dei favoriti.
Petyr non era alle quintane e da nessuna parte nel cortile, ma improvvisamente venne distratta dalla voce di una giovane donna che richiamava la sua attenzione. «Alayne!» urlò Myranda Royce da una panchina ricavata da una grossa pietra nascosta dietro un faggio. La giovane era seduta tra due uomini e sembrava avesse bisogno di essere salvata. Sorridendo, Alayne si avvicinò al gruppo.
Myranda indossava un abito di lana grigio, un mantello verde con un ampio cappuccio e uno sguardo disperato. A ogni lato le sedeva un cavaliere. Quello a destra aveva la barba brizzolata, la fronte calva e una pancia talmente ampia da strabordare sopra la cintura della spada. Quello alla sua sinistra non aveva più di diciotto anni ed era magro come una lancia. La sua barbetta arancione nascondeva a malapena l’acne che gli ricopriva la faccia.
Il cavaliere calvo indossava una mantella blu scuro ricamata con un grosso paio di labbra rosa. Il rosso-brufoloso ribatteva con un mantello marrone e le nove conchiglie bianche della Casa Shett di Città del Gabbiano. Il giovane fissava così intensamente i seni di Myranda che non aveva notato l’arrivo di Alayne finché la vittima dei suoi sguardi insistenti non si era alzata per abbracciarla.
«Grazie, grazie, grazie.» le sussurrò Randa all’orecchio prima di voltarsi verso i cavalieri. «Signori, posso presentarvi Lady Alayne Stone?»
«La figlia del Lord Protettore», annunciò il cavaliere calvo una volta ripresa la sua galanteria. «Adorabile e bellissima proprio come vogliono i racconti, vedo.» continuò, inchinandosi profondamente.”
Per non essere da meno, il cavaliere brufoloso si alzò e disse, «Ser Ossifer dice la verità. Siete la donna più bella di tutti i Sette Regni.» Sarebbe stato un dolce complimento se solo non fosse stato indirizzato al suo petto.
«E le hai viste tutte con i tuoi occhi queste donne, ser?» chiese lui Alayne. «Sei molto giovane per aver viaggiato tanto.»
Il ragazzo arrossì, cosa che portò i suoi brufoli ad essere solo più arrabbiati. «No, mia signora. Provengo da Città del Gabbiano.»”
E io no, sebbene Alayne fosse nata lì. Doveva stare attenta in presenza di questo cavaliere. «Ho degli ottimi di ricordi di Città del Gabbiano,» rispose, con un sorriso tanto piacevole quanto vago, prima di rivolgersi a Myranda. «Sai per caso dove potrebbe essere mio padre?»
«Lascia che ti porti da lui, mia signora.» rispose la ragazza.
«Spero possiate perdonarmi per avervi privato della compagnia di Lady Myranda.» disse ai cavalieri. Senza attendere una risposta, prese il braccio della giovane e si allontanarono dalla panchina. Solo quando furono troppo lontane per essere udite, sussurrò, «Sai davvero dov’è mio padre?»”
“«Certo che no. Cammina più veloce, i miei nuovi pretendenti potrebbero seguirci.» Myranda fece una smorfia. «Ossifer Lipss è il cavaliere più stupido della Valle, ma Uther Shett aspira ai suoi onori. Spero combattano un duello per avere la mia mano e si uccidano a vicenda.»
Alayne ridacchiò. «Non credo che Lord Nestror potrebbe seriamente considerare quegl’uomini come validi pretendenti.
«Oh, potrebbe. Il Lord mio padre è ancora adirato con me per aver ucciso il mio ultimo marito e averlo messo in tutti questi pasticci. »
«Non è stata colpa tua se è morto.»
«Non mi pare ci fosse nessun’altro nel letto con noi.»
Alayne non poté fare a meno di bloccarsi. Il marito di Myranda era morto mentre i due stavano facendo l’amore. «I cavalieri di tre sorelle che sono arrivati ieri erano galanti» disse cercando di cambiare argomento. «Se non ti piacciono Ser Ossifer o Ser Uther, sposa uno i loro. Quello più giovane era molto carino-»
«Quello con il mantello di foca?» chiese Randa, incredula.
«Allora uno dei suoi fratelli.»
Myranda roteò gli occhi. «Provengono dalle Sorelle. Hai mai sentito di uno delle Sorelle che sapesse giostrare? Puliscono le loro lance con olio di baccalà e si lavano in vasche di acqua di mare.»
«Almeno sono puliti»
«Si dice che molti di loro abbiano le ragnatele tra le dita dei piedi. Preferirei sposare Lord Petyr. Così potrei essere tua madre. Quando è piccolo il suo dito, ti chiedo?»
Alayne non si degnò di rispondere a quella domanda. «Lady Waynwood sarà qui presto con i suoi figli.»”
«E’ una promessa o una minaccia?» chiese Myranda. «La prima Lady Waynwood deve essere stata una cavalla, altrimenti come ti spieghi che tutti i Waynwood abbiano facce da cavallo? Se mai dovessi sposare un Waynwood deve promettermi che indosserà sempre l’elmetto con la visiera abbassata, quando vorrà scoparmi.» disse, pizzicando leggermente il braccio di Alayne. «Anche il mio Harry sarà con loro. Ho notato che non lo hai nominato. Non perdonerò mai che tu me lo abbia portato via. Era lui il ragazzo che volevo sposare.»
«Il fidanzamento è stata un’idea di mio padre.» protestò Alayne per la centesima volta. “Mi sta solo prendendo in giro” disse a se stessa… ma sotto le canzonature poteva ancora sentire il dolore.

Myranda si fermò di fronte allo spiazzo in cui due cavalieri si stavano esercitando. «Ecco, quello è il genere di marito che mi ci vorrebbe.»”
A un paio di metri di distanza, due cavalieri si stavano allenando con delle spade smussate. Le loro spade si scontrarono due volte prima di allontanarsi e atterrare sui rispettivi scudi, facendo così perdere terreno all’uomo più grosso dei due. Alayne non poteva vedere il verso del suo scudo da dove si trovava ma il suo avversario aveva tre corvi in volo con un cuore rosso tra gli artigli. Tre cuori e tre corvi.
Sapeva esattamente come sarebbe terminato l’incontro.
Qualche momento dopo, l’uomo più grande cadde a terra rovinosamente mentre un polverone si alzava e il suo elmo gli cadeva di traverso. Una volta che il suo scudiero ebbe slacciato le cinture che lo fissavano al capo, del sangue scorse sul suo scalpo. Se le spade non fossero state smussate, ci sarebbe stato anche del cervello. Questo ultimo colpo era stato così pesante che Alayne aveva provato pena per l’uomo caduto. Myranda osservò il vincitore pensierosa. «Pensi che se glielo chiedessi con gentilezza, Ser Lyn Corbray potrebbe uccidere i miei pretendenti?»
«Potrebbe, per un sacchetto d’oro.» Ser Lyn Corbray aveva continuamente bisogno di oro, tutta la Valle lo sapeva.
«Tuttavia, quello che possiedo è solo una coppia di tette. Anche se, con Ser Lyn forse aiuterebbe di più avere una succosa salsiccia in mezzo alle gambe.»
La risata di Alayne richiamò l’attenzione di Lord Corbray. Lascio il suo scudo al suo zotico scudiero e si tolse elmo e cotta di maglia.
«Ottimo tiro, Ser Lyn» urlò Alayne. «Anche se credo che abbiate lasciato il povero Ser Owen senza sensi!»
Corbray si voltò verso dove il suo sfidante veniva aiutato a rialzarsi dallo scudiero. «Non ha mai avuto nessun tipo di senso, o non mi avrebbe sfidato.»
C’era della verità in quelle parole, pensò Alayne, ma qualche strano demone la possedeva quella mattina quindi lanciò a Ser Lyn un’imbeccata. Sorridendo dolcemente disse, «Mio padre dice che la nuova moglie di vostro fratello aspetta un figlio.»”
“Corbray la guardò malamente. «Lyonel è molto dispiaciuto. E’ dovuto restare a casa ad osservare la pancia di sua moglie crescere, come se fosse il primo ad avere messo incinta una puttanella.»
Oh quella è una ferita aperta, pensò Alayne. La prima moglie di Lyonel Corbray gli aveva dato solo una fragile malaticcia bambina, morta in giovane età, e questo aveva fatto sì che in tutti quegli anni, Ser Lyn fosse rimasto il suo unico erede. Quando la povera donna era finalmente morta, Petyr Baelish era subentrato e aveva organizzato un matrimonio per Lord Corbray. La seconda Lady Corbray aveva sedici anni, era figlia di un facoltoso mercante ed era arrivata con una ricca dote. Gli uomini dicevano fosse una ragazza alta, robusta e in salute, con un grosso seno, fianchi laghi e, soprattutto, fertile.
«Preghiamo allora che La Madre doni a Lady Corbray un travaglio facile e un bimbo sano.» disse Myranda.
Alayne non riuscì a trattenersi. Sorrise e disse, «Mio padre trova sempre piacere nel servire gli alfieri federi a Lord Robert. Sono sicura sarebbe entusiasta di poter arrangiare anche per un buon matrimonio, Ser Lyn.»”
«Gentile da parte sua.» Le labbra di Corbray si ritirarono in qualcosa che avrebbe dovuto essere un sorriso, ma che fecero rabbrividire Alayne. «Ma a cosa mi servono eredi se non ho terre ed è possibile che ne rimanga senza, grazie al nostro Lord Protettore? No. Dì a tuo padre che non ho bisogno di nessuna delle sue cavalle da monta.»
L’astio nella sua voce era così intenso che per un momento quasi dimenticò che Lyn Corbray era in realtà il burattino di suo padre, portato lì e pagato apposta. Lo era davvero? Forse, anziché essere un uomo di Petyr che fingeva di essere un nemico di Petyr, era in realtà un suo nemico che fingeva di essere un suo uomo che fingeva di essere un suo nemico.
Il solo pensiero le faceva girare la testa. Alayne si girò bruscamente per allontanarsi dal cortile… e si scontrò con un uomo basso, dal volto affilato e con un cespuglio di capelli arancioni che era arrivato dietro di lei. Questi allungò la mano e la prese per il braccio prima che cadesse. «Mia signora, le mie scuse se ti ho presa alla sprovvista.»
«È stata colpa mia. Non avevo visto che eri qui.»
«Noi topi siamo creature silenziose.» Ser Shadrich era così basso che avrebbe potuto essere scambiato per uno scudiero, ma il suo volto era quello di un uomo molto più anziano. Alayne vide lunghe leghe nelle righe all’angolo della sua bocca, vecchie battaglie nella cicatrice sotto il suo orecchio e una tempra dietro i suoi occhi che nessun ragazzo avrebbe mai potuto avere. Questo era un uomo adulto. Persino Randa lo superava in altezza, però.
«Cercherai di ottenere le ali?» chiese la ragazza Royce.
«Un topo con le ali sarebbe ridicolo a vedersi.»
«Forse proverai la mischia, invece?» suggerì Alayne. La mischia era un’alternativa, una consolazione per tutti i fratelli, zii, padri e amici che avevano accompagnato i contendenti alle Porta della Luna per vederli vincere le loro ali d’argento, ma ci sarebbero stati premi per i campioni e la possibilità di vincere premi in denaro.
«Una buona mischia è tutto quello in cui un cavaliere errante può sperare, a meno che non inciampi in una borsa di dragoni. E questo è molto improbabile, no?»
«Penso di sì. Ma ora devi scusarci, ser, dobbiamo trovare il lord mio padre.»

Dei corni suonarono dall’alto delle mura. «Troppo tardi» disse Myranda «Dovremo fare noi di persona gli onori.» Fece un largo sorriso.«L’ultima che arriva ai cancelli deve sposare Uther Shett.»
Fecero una gara, correndo testa a testa attraverso il cortile e superando le stalle, con le gonne svolazzanti, mentre cavalieri e servi guardavano e i maiali e le galline si disperdevano davanti a loro. Era assolutamente inadatto a una nobildonna, ma Alayne si trovò a ridere. Per pochissimo tempo, mentre correva, dimenticò chi e dove fosse e si trovò a ricordare i giorni freddi e luminosi a Grande Inverno, quando faceva le gare attraverso Grande Inverno con la sua amica Jeyne Poole e Arya che correva loro dietro nel tentativo di stare al passo.
Quando arrivarono ai cancelli entrambe avevano i volti arrossati ed erano senza fiato. Myranda aveva perso il mantello da qualche parte lungo il percorso. Fecero appena in tempo. Il cancello era stato sollevato e una colonna di venti cavalieri ci stava passando sotto. Alla testa cavalcava Anya Waynwood, Lady di Ironoak, austera e magra, con i capelli grigio-castani avvolti in una sciarpa. Il suo mantello da viaggio era di pesante lana verde, bordato di pelliccia marrone e chiuso all’altezza del collo con una spilla di niello a forma della ruota rotta della sua casata.
Myranda Royce fece un passo avanti e abbozzò un inchino. «Lady Anya. Benveuta alle Porta della Luna.»
«Lady Myranda. Lady Alayne.» Anya Waynwood piegò la testa prima verso una poi verso l’altra. «È gentile da parte vostra salutarci. Permettetemi di presentarvi mio nipote, Ser Roland Waynwood.» Fece un cenno con il capo al cavaliere che aveva parlato «E questo è il mio figlio più piccolo, Ser Wallace Waynwood. E ovviamente il mio protetto Ser Harrold Hardyng.»
Harry l’Erede, pensò Alayne. Il mio futuro marito, se mi vorrà. Venne colta da un terrore improvviso, si chiese se fosse rossa in viso. Non fissarlo, si ricordò, non fissarlo, non fissarlo a bocca aperta, non fissarlo con sguardo inebetito. Guarda da un’altra parte. I suoi capelli dovevano essere orrendi dopo tutta quella corsa e ci volle tutta la sua forza di volontà per impedirle di provare a rimettere le ciocche sciolte al loro posto. Lascia perdere i tuoi stupidi capelli, non importa dei capelli. È lui che importa, lui e i Waynwood.
Ser Roland era il più anziano dei tre, anche se non aveva più di venticinque ani. Era più alto e più muscoloso di ser Wallace, ma entrambi avevano il volto lungo e la mascella affilata, con sottili capelli castani e nasi appuntiti. Faccia da cavallo e brutti, pensò Alayne.
Harry, però…

Il mio Harry. Il mio lord, il mio amante, il mio promesso.
Ser Harrold Harying sembrava sotto ogni punto di vista un lord di corte: arti equilibrati e bello, dritto come una lancia e indurito dai muscoli. Sapeva bene che gli uomini abbastanza anziani da aver conosciuto Jon Arryn da giovane dicono quanto ser Harrold gli somigli. Aveva un cespuglio di capelli biondo sabbia, occhi azzurro pallido e il naso aquilino. Anche Joffrey era bello però, ripensò tra sé e sé. Un mostro di bell’aspetto, ecco quello che era. Il piccolo lord Tyrion era più gentile, per quanto fosse mostruoso.
Harry la stava guardando. Sa chi sono, capì, e non sembra felice di vedermi. Solo in quel momento notò il suo stemma araldico: nonostante il suo copri farsetto e gli ornamenti del suo cavallo avessero i diamanti rossi e bianchi della Casa Hardyng, il suo scudo era inquartato. Gli stemmi degli Hardyng e dei Waynwood erano rispettivamente nel primo e nel terzo quarto, ma nel secondo e nel quarto era rappresentato la luna e il falco della Casa Arryn, azzurro cielo e crema. A Dolce Pettirosso non piacerà.
«Siamo gli u-u-ultimi?» chiese ser Wallace.
«Lo siete, ser» rispose Myranda Royce, non facendo assolutamente caso alla sua balbuzie.
«Qu-qu-quando cominceranno le g-g-giostre?» «Oh, presto, spero» disse Randa «Alcuni contendenti sono qui da almeno due settimane, a condividere la carne e il sale di mio padre. Tutta brava gente e molto coraggiosi… ma mangiano davvero tanto.»
I Waynwood risero e anche Harry l’Erede abbozzò un leggero sorriso. «Nevicava sui passi, altrimenti saremmo arrivati molto prima.» spiegò lady Anya.
«Se avessimo saputo che una tale bellezza ci stava aspettando alle Porte, avremmo volato» disse ser Roland. Anche se le sue parole erano indirizzate a Myranda Royce, sorrise ad Alayne mentre le diceva.
«Per volare avreste avuto bisogno di ali,» rispose Myranda, «e ci sono alcuni cavalieri qui che avrebbero qualcosa da ridire a riguardo.»
«Avevo voglia di una discussione vivace.» Ser Roland scese da cavallo, si voltò verso Alayne e sorrise «Avevo sentito che la figlia di Lord Ditocorto era bella di viso e piena di grazia, ma nessuno mi ha mai detto che era una ladra.»
«Mi fai un torto, ser. Non sono una ladra!»
Ser Roland mise la mano sul cuore.
«Allora come spieghi questo buco nel petto, lasciato quando mi avete rubato il cuore?»
«Sta solo s-scherzando, mia lady,» balbettò ser Wallace. «Mio n-n-nipote non ha mai avuto un c-c-cuore.»
«La ruota dei Waynwood ha un raggio rotto e qui abbiamo mio zio.» Ser Roland diede a Wallace una sberla dietro l’orecchio. «Gli scudieri dovrebbero stare zitti quando i cavalieri parlano.»
Ser Wallace arrossì «Non sono più uno s-scudiero, mia lady. Mio n-nipote sa benissimo che io sono stato p-p-pro-p-p-pro…»
«Investito?» suggerì gentilmente Alayne.
«Investito,» ripeté Wallace Waynwood, con riconoscenza.
Robb avrebbe avuto la sua età, se fosse stato ancora vivo, non poté evitare di pensare, ma Robb è morto da re e questo era solo un ragazzo.
«Il lord mio padre vi ha assegnato le stanza nella Torre Orientale,» lady Myranda stava dicendo a Lady Waynwood, «ma temo che i tuoi cavalieri dovranno condividere un letto. Le Porte della Luna non sono mai state pensate per ospitare così tanti nobili visitatori.»
«Voi siete nella Torre del Falcone, ser Harrold,» si intromise Alayne. Ben lontano dal Dolce Pettirosso. Era una scelta intenzionale, lo sapeva, Petyr Baelish non lasciava queste cose al caso. «Se vi compiace, vi mostrerò di persona le vostre stanze.» Questa volta i suoi occhi incontrarono quelli di Harry. Lei sorrise solo per lui e disse una preghiera silenziosa per la Fanciulla. Per favore, non è necessario che mi ami, fa solo che gli piaccia, solo un pochino, sarebbe sufficiente per ora.
Ser Harrold la guardò dall’alto in basso con freddezza. «Perché dovrebbe compiacermi essere scortato da qualche parte dalla bastarda di Ditocorto?»
Tutti i tre Waynwood lo guardarono male. «Sei un ospite qui, Harry» gli ricordò lady Anya, con un tono di ghiaccio. «Vedi di ricordarlo.»
L’armatura di una lady è la cortesia. Alayne poteva sentire il sangue salirle al volto. Niente lacrime, però. Per favore, per favore, non devo piangere. «Come desideri, ser. E ora, se mi scusate, la bastarda di Ditocorto deve trovare il lord suo padre e riferirgli che siete arrivati, così potremo cominciare il torneo domani.» E possa il tuo cavallo inciampare, Harry l’Erede, così che tu cada sulla tua stupida testa nella tua prima giostra. Mantenne un volto di pietra mentre i Waynwood continuavano ad avanzare scuse imbarazzate per il loro compagno. Quando ebbero finito, lei si girò e scappò.

Vicino alla fortezza si scontrò con Ser Lothor Brune, facendolo quasi cadere a terra. «Harry l’Erede? Harry l’Imbecille, direi. È solo uno scudiero elevato a un altro rango.»
Alayne era così grata che lo abbracciò. «Grazie. Hai visto mio padre, ser?»
«Giù nelle cripte,» rispose Ser Lothar «intento a ispezionare i granai di lord Nestor con lord Grafton e Lord Belmore.»

Le cripte erano ampie e buie e sporche.
Alayne accese una candela e sollevò la gonna mentre scendeva. Vicino al fondo, sentì la voce tonante di lord Grafton e la seguì. «I mercanti strepitano per compare e i lord strepitano per vendere,» stava dicendo il nobile di Città del Gabbiano quando lei li trovò.
Nonostante non fosse alto, Grafton era un uomo largo, con grosse braccia e grosse spalle. I suoi capelli erano un cespuglio di color biondo sporco. «Come posso impedirlo, mio lord?» «Sistema delle guardie sui moli. Se necessario, sequestra le navi. Non importa il come, almeno finché il cibo non lascia la Valle.»
«Quei prezzi però» protestò lord Belmore «Quei prezzi sono più che giusti.» «Tu dici più che giusti, mio lord. Io dico meno di quello che vogliamo. Aspetta. Se necessario, compra tu stesso il cibo e tienilo nei magazzini. L’inverno sta arrivando. I prezzi devono salire.»
«Forse,» disse Belmore, dubbioso.
«Yohn il Bronzeo non aspetterà,» si lamentò Grafton. «Non ha bisogno di far passare le navi da Città del Gabbiano, ha i suoi porti. Mentre noi accumuliamo i nostri raccolti, Royce e gli altri lord dichiaranti trasformeranno i loro in argento, puoi starne certo.»
«Speriamo,» disse Petyr «Quando i loro granai saranno vuoti, avranno bisogno di ogni frammento di quell’argento per comprare il cibo da noi. E ora se volete scusarmi, miei lord, sembra che mia figlia abbia bisogno di me.»
«Lady Alayne,» disse lord Grafton. «Sembri piena di energia questa mattina.»
«Sei gentile a dirlo, mio lord. Padre, mi dispiace disturbarti, ma pensavo volessi sapere che i Waynwood sono arrivati.»
«E Ser Harrold è con loro?»
L’Orribile Ser Harrold.«Sì.»
Lord Belmore rise. «Mai avrei pensato che Royce l’avrebbe lasciato venire. È cieco o solo stupido?»
«È un uomo onorevole. Talvolta porta allo stesso risultato. Se avesse negato al ragazzo la possibilità di dimostrare il suo valore, si sarebbe creata una spaccatura tra i due, quindi perché non permettergli di giostrare? Il giovane è abbastanza capace di vincere un posto tra i cavalieri alati.»
«Penso di no,» constatò Belmore, a denti stretti. Lord Grafton baciò la mano di Alayne e i due se ne andarono, lasciandola da sola con il lord suo padre.
«Vieni,» disse Petyr «Cammina con me.» La prese per un braccio e la guidò sempre più giù nelle cripte, vicino a una prigione vuota. «E com’è stato il tuo primo incontro con Harry l’Erede?»
«È una persona orribile.»
«Il mondo è pieno di orrori, tesoro, dovresti saperlo ormai. Ne hai visti abbastanza.»
«Sì» rispose lei «ma perché deve essere così crudele? Mi ha chiamata la tua bastarda, proprio nel cortile davanti a tutti.»
«Per quanto ne sa, lo sei. Questo fidanzamento non è mai stata una sua idea e Yohn il Bronzeo l’ha senza dubbio avvertito dei miei stratagemmi. Sei mia figlia. Non ha fiducia in te e crede che tu sia inferiore a lui.»
«Bé, non lo sono. Può anche credere di essere qualche grande cavaliere, ma Ser Lothor ha detto che è solo uno scudiero elevato a un alto rango.»
Petyr la circondò con un braccio. «Lo è, ma è anche l’erede di Robert. Portare Harry qui è stato il primo passo nel nostro piano, ma ora dobbiamo tenerlo e solo tu puoi farlo. Ha un debole per i bei visi e chi ha un viso più bello del tuo? Affascinalo. Incantalo. Stregalo.»
«Non so come fare» disse lei tristemente.
«Oh, io penso tu lo sappia» disse Ditocorto con uno di quei sorrisi che non arrivavano agli occhi. «Sarai la donna più bella della sala stasera, bella come lo era tua madre alla tua età. Non posso farti sedere sulla pedana, ma avrai un posto d’onore, sotto un portacandele da parete. La luce del fuoco brillerà sui tuoi capelli, così tutti vedranno quanto sei bella di viso. Tieni un bel cucchiaio lungo a portata di mano per cacciare gli scudieri, tesoro. Non vorrai giovanotti tra i piedi quando i cavalieri verranno da te per pregarti di dar loro il tuo favore.»
«Chi vorrebbe chiedere di indossare il favore di una bastarda?»
«Harry, se ha l’intelligenza che gli dei hanno dato a un’oca… ma non darlo a lui. Scegli qualcun altro di galante e dai a lui il suo favore. Non vuoi sembrare troppo impaziente.»
«No,» disse Alayne
«Lady Waynwood insisterà affinché Harry balli con te, questo te lo posso promettere. Sarà la tua possibilità. Sorridigli, toccalo quando gli parli. Stuzzicalo per far emergere il suo orgoglio. Se sembra reagire, digli che ti senti debole e chiedigli di accompagnarti fuori per una boccata d’aria fresca. Nessun cavaliere potrebbe rifiutare una simile richiesta da parte di una fanciulla.»
«Sì» disse lei «ma lui pensa che io sia una bastarda.»
«Una bella bastarda e la figlia del Lord Protettore.» Petyr là tirò a sé e la baciò su entrambe le guance. «La notte è tua, tesoro. Ricordalo, sempre.»
«Ci proverò, padre.» rispose lei

Il banchetto si dimostrò essere tutto ciò che suo padre aveva promesso.
Vennero servite sessantaquattro portate, in onore dei sessantaquattro contendenti venuti da lontano per gareggiare per ali d’argento a cospetto del loro lord. Dai fiumi e dai laghi vennero lucci, trote e salmoni dai mari granchi, merluzzi e aringhe. C’erano anche anatre e capponi, pavoni con il loro piumaggio e cigni in latte di mandorla. Maialini vennero serviti con mele croccanti in bocca e tre enormi uri vennero arrostiti interi su dei focolai nel cortile del castello, dato che erano troppo grossi per passare dalle porte della cucina. Filoni di pane caldo riempivano i tavoli nella sala di Lord Nestor ed enormi ruote di formaggio vennero portati dalle cripte. Il burro era stato appena zangolato e c’erano anche porri e carote, cipolle al forno, barbabietole, rape e pastinache. E il meglio, Lord Nestor fece preparare ai suoi cuochi una splendida delicatezza, una torta al limone a forma di Lancia del Gigante, alta dodici piedi e decorata con Nido dell’Aquila fatta di zucchero.
Per me, pensò Alayne mentre portarono la torta fuori. Anche Dolce Pettirosso amava le torte al limone, ma solo dopo che lei gli aveva detto che erano le sue preferite. Per la torta era stato necessario usare tutti i limoni della Valle, ma Petyr aveva promesso che ne avrebbe chiesti altri da Dorne.
C’erano anche regali, regali meravigliosi. Ogni contendente ricevette un mantello di tessuto d’argento con una spilla di lapislazzuli a forma di ali di falcone. Fratelli, padri e amici venuti a vederli gareggiare ricevettero bei pugnali d’acciaio, mentre per le madri, le sorelle e le signore c’erano rotoli di seta e di pizzo di Myr.
«Lord Nestor ha una mano aperta», sentì Alayne dire Ser Edmund Breakstone «Una mano aperta e un dito corto,» rispose Lady Waynwood, con un cenno del capo in direzione di Petyr Baelish. Breakstone fece in fretta a capire cosa volesse dire: la vera fonte di questa abbondanza non era Lord Nestor, ma il Lord Protettore.
Quando venne servita l’ultima portata e consumata, i tavoli vennero tolti dai loro cavalletti per liberare la sala per le danze e vennero fatti entrare i musicisti.
«Non ci sono cantanti?» chiese Ben Coldwater.
«Il piccolo lord non li sopporta» rispose Ser Lymond Lynderly. «Non dai tempi di Marillion.»
«Ah… era l’uomo che ha ucciso Lady Lysa, no?»
Alayne si intromise. «Le sue canzoni la allietavano molto e forse lei ha mostrato tropo favore. Quando lei sposò mio padre, lui impazzì e la spinse giù dalla Porta della Luna. Da quel momento Lord Robert ha odiato le canzoni. Gli piace ancora la musica, però.»
«Anche a me» commentò Coldwater. Alzandosì, offrì la mano ad Alayne «Mi onorerebbe con questa danza, mia lady?»
«Sei molto gentile» rispose lei, mentre lui la conduceva sulla pista.

Fu il suo primo partner di danza quella sera, ma non l’ultimo. Proprio come Petyr aveva promesso, i giovani cavalieri si riversarono su di lei, chiedendo il suo favore. Dopo Ben arrivò Andrew Tollett, il bel Ser Byron, Ser Morgarth con il naso rosso e Ser Shadrich, il Topo Pazzo. Poi Ser Albar Royce, il tozzo e noioso fratello di Myranda, erede di Lord Nestor. Ballò con tutti e tre i Sunderland, nessuno dei quali aveva reti tra le dita, anche se non poteva garantire per le dita dei piedi.
Uther Shett apparve per offrirle viscidi complimenti, mentre le pestava i piedi, ma Ser Targon il Mezzo Selvaggio si dimostrò essere l’anima della cortesia. Dopo di lui, Ser Roland Waynwood la prese con sé e la fece ridere facendo battute su metà degli altri cavalieri presenti. Anche suo zio Wallace ebbe il suo turno e cercò di fare lo stesso, ma non gli venivano le parole. Alayne ebbe poi pietà di lui e iniziò a chiacchierare felicemente, per risparmiagli l’imbarazzo. Quando la musica finì lei si scusò e tornò al suo posto per un bicchiere di vino.
Ed eccolo lì, Harry l’Erede in persona: alto, bello, arrabbiato «Lady Alayne. Mi concede questo ballo?»
Lei ci pensò per un momento. «No. Non credo.»
Le sue guance si colorarono. «Sono stato maleducato in modo imperdonabile nel cortile. Devi perdonarmi.»
«Devo?» si scostò i capelli, prese un sorso di vino, lo fece aspettare. «Come posso perdonare qualcuno che è stato maleducato in modo imperdonabile? Puoi spiegarmelo, ser?»
Ser Harrold sembrava confuso. «Per favore. Un ballo.»
Affascinalo. Incantalo. Stregalo. «Se insisti.»

Lui annuì, le offri il braccio, la condusse in pista. Mentre attendevano che la musica cominciasse, Alayne gettò uno sguardo sulla pedana, dove sedeva Lord Robert che li stava osservando. Per favore, pregò, fate che non inizi ad agitarsi e tremare. Non qui. Non ora. Maestro Colemon si sarà sicuramente accertato di fargli bere una forte dose di miele dolce prima del banchetto, ma anche così.
I musicisti ricominciarono poi a suonare e lei stava ballando.
Di’ qualcosa, si incoraggiò. Non riuscirai mai a farti amare da Ser Harry se non hai il coraggio di parlargli. Dovrebbe dirgli che bravo ballerino era? No, probabilmente se l’è sentito dire una dozzina di volte stasera. Inoltre Petyr aveva detto che non dovrei sembrare impaziente.
Invece disse «Ho sentito che stai per diventare padre.» Non era qualcosa che la maggior parte delle ragazze direbbe al loro quasi-promesso, ma lei voleva vedere se Ser Harrold avrebbe mentito.
«Per la seconda volta. Mia figlia Alys ha due anni.»
La tua figlia bastarda Alys, pensò Alayne, ma disse «Quella aveva una madre diversa, però.»
«Sì. Cissy era una cosina carina quando la trovai, ma il parto l’ha lasciata grassa come una mucca, così Lady Anya le ha organizzato il matrimonio con un suo armigero. È diverso con Zafferano.»
«Zafferano?» Alayne cercò di non ridere. «Davvero?»
Ser Harrold ebbe la grazia di arrossire. «Suo padre dice che per lui è più preziosa dell’oro. È l’uomo più ricco di Città del Gabbiano, una fortuna in spezie.»
«Come chiamerai il neonato?» domandò lei «Cannella se è una femmina? Chiodo di Garofano se è un maschio?» Questo lo fece quasi inciampare. «La mia lady scherza.»
«Oh, no» Petyr ululerà quando gli dirà cosa ho detto.
«Zafferano è molto bella, te lo devo dire. Alta e magra, con grandi occhi castani e capelli come il miele.»
Alayne alzò la testa «Più bella di me?»
Ser Harrold studiò il viso di lei «Voi siete bella abbastanza, ve lo garantisco. Quando Lady Anya mi ha detto per la prima volta di questo fidanzamento, temevo potessi somigliare a tuo padre.»
«Una piccola barba a punta e tutto?» Alayne rise.
«Non volevo…»
«Spero giostri meglio di come parli.»
Per un momento, lui fu scioccato. Ma mentre la canzone stava finendo, scoppiò a ridere. «Nessuno mi ha detto che eri intelligente.»
Ha dei bei denti, pensò lei, dritti e bianchi. E quando sorride ha le fossette più belle. Fece scorrere un dito lungo la guancia di lui.
«Se mai dovessimo sposarci, dovrai rimandare Zafferano da suo padre. Sarò io tutte le spezie che vorrai.»
Lui fece un largo sorriso «Manterrò la promessa, mia lady. Fino a quel giorno, posso indossare il tuo favore nel torneo?»
«Non puoi. L’ho promesso a… un altro.»

Non sapeva ancora a chi, ma sapeva che avrebbe trovato qualcuno.

***

 To be published by Bantam Books; Copyright © 2015 by George R.R. Martin. All rights reserved. This is a fan-made translation: no copyright infringement intended.

Data di pubblicazione: 2015_Ora rimosso dalla fonte

Fonte: George R.R. Martin’s website
Traduzione: GhiaccioeFuoco

Editing e prima revisione: Aranel/Mariacristina M.

Aranel

Graphic & Concept Designer, Illustrator and Cartoonist. But most of all, Art Lover. Daughter of the North. Nerd, and proud.

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