The Winds of Winter – ARIANNE I

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Nel mattino in cui lasciò gli Water Gardens, suo padre si alzò dalla sedia per baciarla su entrambe le guance. “Il destino di Dorne dipende da te, figlia mia”, disse lui, mentre le passava il documento. “Muoviti velocemente, muoviti in sicurezza, sii i miei occhi, orecchie e voce,ma soprattutto, stai attenta”.

“Lo farò, Padre”. Non versò una lacrima. Arianne Martell era una principessa di Dorne, e i dorniani non sprecano inutilmente i liquidi. Ci andò molto vicina, comunque. Ma non furono i baci di suo padre o le sue crude parole a far inumidire i suoi occhi, bensì lo sforzo che gli ci volle per alzarsi in piedi, le sue gambe tremolanti, le sue articolazioni gonfie e infiammate dalla gotta. Stare in piedi era un atto d’amore. Era un atto di fede.

                Lui crede in me. Non lo deluderò

Sette di loro si misero in marcia assieme su sette destrieri dorniani delle sabbie. Un piccolo gruppo viaggia più in fretta di uno grosso, ma l’erede di Dorne non può viaggiare da sola. Da Godsgrace venne Sir Daemon Sand, il bastardo; un tempo scudiero del principe Oberyn, ora votato protettore di Arianne. Da Sunspear due audaci giovani cavalieri, Joss Hood e Garibald Shells, ad aggiungere le loro spade alla difesa. Dagli Water Gardens  sette corvi e un alto giovane a prendersi cura di loro. Il suo nome era Nate, ma aveva lavorato per così tanto tempo con gli uccelli che nessuno ormai lo chiamava più con un nome diverso da Feathers. E dato che una principessa deve avere qualche donna a servirla, la compagnia includeva anche la bella Jayne Ladybright e la selvaggia Elia Sand, un’ ancella di 14 anni.

Si diressero a nord, attraverso terre asciutte, pianure disseccate e pallide sabbie, verso la Ghost Hill, la roccaforte della casa Toland, dove la nave che li avrebbe portati attraverso il mare di Dorne li stava attendendo. “Manda un corvo ogni volta che hai notizie,” il principe Doran le disse, “ma riferisci solo ciò di cui sei certa. Siamo smarriti nelle nebbie qui, assediati da voci, falsità e dai racconti dei viandanti.  Non mi arrischierò ad agire finché non sarò certo di cosa sta accadendo.”

La guerra sta accadendo, pensò Arianne, e questa volta Dorne non sarà risparmiata. “Il destino e la morte stanno arrivando,” Ellaria Sand la avvertì, prima di congedarsi dal Principe Doran. “è tempo per le mie piccole Serpi di sparpagliarsi, è il modo migliore per sopravvivere alla carneficina”. Ellaria stava ritornando alla residenza di suo padre a Hellholt. Con loro venne sua sorella Loreza, che aveva appena compiuto sette anni. Dorea rimase a Water Gardens, una bambina in mezzo a un centinaio. Obella venne assegnata a Sunspear, per servire come coppiera presso la moglie del castellano, Manfrey Martell.

Ed Elia Sand, la più grande delle quattro figlie che il Principe Obern ebbe a Ellaria, avrebbe attraversato il mare di Dorne con Arianne. “Come una lady, non come una lancia,” sua madre disse con fermezza, ma come tutte le Serpi delle Sabbie, Elia aveva i suoi progetti personali.

Ci misero due lunghi giorni e la maggior parte di due notti per attraversare le sabbie, fermandosi tre volte per cambiare i cavalli. Arianne si sentiva sola, circondata da così tanti stranieri. Elia era sua cugina, ma poco più che una bambina, e Daemon Sand… Le cose non furono più le stesse tra lei e il bastardo di Godsgrace dopo che il padre di lei rifiutò di concedere la mano della propria figlia. Era solo un ragazzo allora, bastardo di nascita, non un degno consorte per una principessa di Dorne, avrebbe dovuto saperlo. E fu il volere di mio padre, non il mio. E degli altri suoi compagni, conosceva poco o nulla.

Ad Arianne mancava anche Sir Arys, molto più di quanto avesse potuto immaginare. Mi amava follemente, si disse, anche se io non andai mai oltre a una semplice cotta nei suoi confronti. Feci uso di lui nel mio letto e nelle mie trame, presi il suo amore e il suo onore, e non gli diedi altro che il mio corpo. Alla fine lui si ritrovò a non poter più convivere con la consapevolezza di ciò che avevamo fatto. Perché altrimenti il suo cavaliere bianco sarebbe partito alla carica dritto contro l’ascia da guerra di Areo Hotah, per poi morire in quella maniera? Ero una ragazzina folle ed esigente, che giocava al gioco dei troni come un ubriacone che butta i suoi soldi nei dadi.

Il prezzo della sua follia fu caro. Drey venne mandato dall’altra parte del mondo, a Novos, Garin esiliato a Tyrosh per due anni, la sua dolce, sciocca e sorridente Slyva sposata con Eldon Estermont, un uomo tanto vecchio da poter essere suo nonno. Sir Arys pagò col suo sangue, Myrcella con un orecchio.

Solo Sir Gerold Dayne ne uscì impunito. Darkstar. Se il cavallo di Myrcella non avesse fatto uno scarto all’ultimo istante, il suo spadone l’avrebbe aperta dal petto sin alla cintura invece di tagliarle via un orecchio. Dayne fu la sua peggior colpa, quella di cui Arianne si pentiva maggiormente. Con un colpo della sua spada, aveva cambiato il raffazzonato piano di Arianne in qualcosa di folle e sanguinario. Se gli Dei avessero avuto misericordia, per quel momento Obara Sand avrebbe già dovuto averlo stanato dalla sua montagna e posto una rapida fine alla sua esistenza.

Riferì i suoi pensieri a Daemon Sand la prima notte, quando si accamparono. “State attenta a ciò che chiedete nelle vostre preghiere, Principessa”, rispose lui. “Darkstar potrebbe uccidere Lady Obara con altrettanta facilità”.

“Obara ha Areo Hotah con sé”.  Il capitano delle guardie del Principe Doran prese la decisione di inviarlo senza esitazioni, nonostante si presupponga che i migliori cavalieri di tutto il reame siano le guardie reali. “Nessun uomo può opporsi a Hotah”.

“É così che si può definire Darkstar? Un uomo?” Sir Daemon disse, sottolineando il concetto con una smorfia. “Un uomo non avrebbe fatto quello che fece lui alla Principessa Myrcella. Sir Gerold è molto più una vipera di quanto non lo sia mai stato vostro zio. Il Principe Oberyn constatò coi suoi occhi quanto fosse insidioso, velenoso; lo disse più di una volta. Peccato che non abbia mai avuto l’occasione di ucciderlo”.

Velenoso, pensò Arianne. . Un buon veleno, in effetti. Fu così che la ingannò. Gerold Dayne era duro e crudele, ma così onesto nell’apparenza che la Principessa non aveva creduto a metà delle storie che aveva sentito su di lui. I bei ragazzi sono sempre stati la sua debolezza, soprattutto quelli che erano anche oscuri e pericolosi. Ma questo era prima, quando ero solo una ragazzina, si disse. Sono una donna ora, la figlia di mio padre. Ho imparato quella lezione.

All’arrivo del giorno, ripartirono di nuovo. Elia Sand alla guida, la sua treccia nera che frustava l’aria dietro di lei, mentre correva attraverso le asciutte, crepate pianure fin su sulle colline. La ragazza andava pazza per i cavalli, il che poteva spiegare perché spesso ne condivideva l’odore, con la disperazione di sua madre. A volte Arianne si sentiva dispiaciuta per Ellaria. Quattro ragazze, e ognuna di esse era figlia di suo padre.

Il resto del gruppo mantenne un ritmo tranquillo. La principessa si ritrovò a cavalcare accanto a Sir Daemon, ricordandosi di altre cavalcate di quando erano più giovani, cavalcate che spesso si concludevano in abbracci. Quando si ritrovò a scambiarsi occhiate con lui, alto e galante sulla sua sella, Arianne ricordò a se stessa che era l’erede di Dorne, e lui niente più che il suo protettore. “Dimmi cosa sai di questo Jon Connington” gli ordinò.

“È morto”, disse Daemon Sand. “è morto nelle Disputed Lands. Per abuso di alcool, ho sentito dire”.

“Quindi un ubriacone morto guida queste truppe?”

“Forse questo Jon Connington è il figlio di quello che conosciamo noi. O forse qualche furbo mercenario che ha preso il nome di un uomo morto”.

“O forse non è mai morto”. Avrebbe potuto Connington fingersi morto per tutti quegli anni? Avrebbe richiesto una pazienza degna di suo padre. Questo pensiero rese Arianne ansiosa. Avere a che fare con un sì subdolo uomo avrebbe potuto essere pericoloso. “Com’era, prima di… Prima di morire?”

“Ero un ragazzo a Godsgrace quando venne mandato in esilio. Non l’ho mai conosciuto”.

“Allora raccontami quello che hai sentito dire da chi lo ha fatto”

“Come comanda la mia Principessa. Connington era Lord di Griffin’s Roost quando Griffin’s Roost era ancora una signoria che valesse la pena possedere.  Lo scudiero del Principe Rhaegar, o comunque uno dei suoi. Più tardi amico e compagno del Principe Rhaegar. Il re folle lo nominò Primo Cavaliere durante la ribellione di Robert, ma fu sconfitto a Stoney Sept nella battaglia delle campane, e Robert fuggì. Re Aerys s’infuriò, e mandò Connington in esilio. Dove morì”.

“O forse no”. Il Principe Doran le aveva già raccontato quella storia. Ci deve essere altro. “Queste sono semplicemente le cose che fece. Le sapevo già. Che tipo di uomo era? Onesto e onorabile, venale e avido, orgoglioso?”

“Orgoglioso certamente. Persino arrogante. Un fedele amico di Rhaegar, ma odioso con gli altri. Robert era il suo signore, ma ho sentito dire che a Connington dava fastidio doverlo servire, nonostante Robert fosse noto per essere sempre ben generoso nell’offrire vino e puttane”.

“Niente puttane per Lord Jon, quindi?”

“Non lo so. Alcuni uomini tengono segrete le loro tresche”.

“Aveva una moglie, o un’amante?”

Sir Daemon scosse il capo. “Non che io sappia”.

Anche questo era preoccupante. Sir Arys Oakheart infranse i suoi voti per lei, ma Jon Connington non sembrava un uomo che potesse essere corrotto nella stessa maniera. Posso affrontare un uomo come questo solo con le parole?

La Principessa si chiuse nel suo silenzio, riflettendo su cosa avrebbe trovato alla fine del suo viaggio. Quella notte quando si accamparono, entrò nella tenda che condivideva con Jayne Ladybright ed Elia Sand e tirò fuori i documenti dalla borsa, per leggere quelle parole di nuovo.

                Al Principe Doran della Casa Martell,

                Ti ricorderai di me, spero. Conoscevo bene tua sorella,

                ed ero un fedele servitore del tuo buon fratello. Sono dispiaciuto

                per loro come lo sei tu. Non sono morto, non più del figlio di tua sorella.

                Per salvare la sua vita lo abbiamo tenuto nascosto,

                ma il tempo dei nascondigli è finito. Un drago è ritornato

                a Westeros per reclamare il suo diritto di nascita e cercare

                vendetta per suo padre, e per la principessa Elia, sua madre.

                Nel suo nome mi rivolgo a Dorne. Non ci abbandonare.

                               Jon Connington

                               Signore di Griffin’s Roost

                               Primo Cavaliere del Vero Re

Arianne rilesse la lettera tre volte, quindi l’arrotolò e la rimise al suo posto in borsa. Un drago è ritornato a Westeros, ma non il drago tanto atteso da mio padre. Da nessuna parte in quelle parole era menzionata Daenerys Stormborn… e neppure il Principe Quentyn, suo fratello, che venne mandato a cercare la regina dei draghi. La principessa si ricordava di come suo padre le avesse stretto il cyvasse onice nel palmo della sua mano, la sua voce bassa e roca mentre le rivelava il suo piano. Un lungo e pericoloso viaggio, con un incerto benvenuto alla fine, le disse lui. “È partito per riportarci indietro ciò che più desideriamo. Vendetta. Giustizia. Fuoco e sangue.

Fuoco e sangue era la stessa cosa che Jon Connington (sempre ammesso che fosse veramente lui) stava offrendo. O forse no? “Si presenta con mercenari, ma non con draghi”, le disse il Principe Doran, la notte in cui giunse il corvo. “La Golden Company è la migliore e più grande delle delle compagnie indipendenti, ma diecimila mercenari non possono sperare di conquistare i sette regni. Il figlio di Elia… Farei si salti di gioia se il frutto di mia sorella fosse sopravvissuto, ma che prove abbiamo che sia veramente Aegon?” La sua voce si spezzò nel dirlo. “Dove sono i draghi?” chiese. “Dov’è Daenerys?” e Arianne dentro di sé sapeva qual era la vera domanda: “Dov’è mio figlio?”.

Nella Boneway e al Prince’s Pass, due truppe dorniane erano ammassate, in attesa, affilando le loro lance, pulendo le loro armature, giocando a dadi, bevendo, scatenando risse, i loro numeri si affievolivano giorno dopo giorno, aspettando, aspettando, aspettando che il Principe di Dorne li scatenasse contro i nemici della casa Martell. Aspettando i draghi, fuoco e sangue. Aspettando me. Con una sola parola di Arianne quelle armate avrebbero marciato, fintanto che quella parola fosse stata drago. Se invece la parola pronunciata fosse stata guerra, Lord Yronwood, Lord Fowler e le rispettive armate se ne sarebbero rimasti fermi al loro posto. Il Principe di Dorne non mancava di certo di sottigliezza; qui guerra significava aspettare.

A metà mattinata del terzo giorno Ghost Hill apparve in fronte a loro, i suoi muri color bianco gesso brillavano in contrasto col profondo blu del mare di Dorne. Dalle torri quadrate fin agli angoli del castello sventolavano le insegne della Casa Toland; un drago verde che mordeva la sua stessa coda, su uno sfondo dorato. Il sole trafitto dalla lancia della Casa Martell era appeso al centro del grande bastione centrale, rosso oro e arancione, provocatorio.

I corvi erano già stati inviati per avvertire Lady Toland del loro arrivo, quindi le porte del castello erano aperte, e la figlia maggiore di Nymella cavalcò fuori col suo inserviente per incontrarli, vicino alla base della collina. Alta e fiera, capelli rossi come fiamme lunghi fin alle sue spalle, Valena Toland accolse Arianne con un forte: “Siete arrivati, finalmente. Quanto sono lenti quei cavalli?”

“Rapidi abbastanza per battere il tuo lungo il ritorno al castello”.

“Lo vedremo”. Valena fece girare il suo cavallo e strinse i tacchi sui suoi fianchi, e la gara cominciò, attraverso le polverose strade del villaggio alle pendici della collina, costringendo galline e paesani a scostarsi dal loro passaggio. Arianne era tre lunghezze indietro, quando lei mise il suo cavallo al galoppo, ma era comunque vicina a metà del dislivello. Le due si ritrovarono fianco a fianco nel momento in cui piombarono come un tuono attraverso i cancelli, ma cinque iarde prima delle porte Elia Sand arrivò volando su una nuvola di polvere dietro di loro e le sorpassò entrambe, in sella al suo cavallo nero.

“Sei per caso per metà un cavallo, ragazzina?” Chiese Valena, ridendo, nel cortile. “Principessa, ci hai portato una stalliera?”

“Sono Elia”, disse la ragazza. “Lady Lance”.

Chiunque porti quel nome ha molto di cui rispondere. Anche se così non fu per il Principe Oberyn,  tuttavia, e la Red Viper non ha mai reso conto di niente a nessuno, se non a se stesso.

“La ragazza del carosello”, disse Valena. “sì, ho sentito parlare di te. Dato che sei arrivata prima in cortile, hai vinto l’onore di abbeverare e imbrigliare i cavalli”.

“E dopodiché vai a farti un bagno”, disse la Principessa Arianne. Elia era tutta gesso e polvere dalla testa ai piedi.

Quella notte Arianne e i suoi cavalieri cenarono con Lady Nymella e le sue figlie nel salone del castello. Teora, la più giovane, aveva gli stessi capelli rossi di sua sorella, ma per tutto il resto non avrebbe potuto essere più differente. Bassa, in carne, e così timida che avrebbe potuto esser scambiata per muta, mostrava più interesse nelle carni speziate e l’anatra al miele che negli avvenenti giovani cavalieri al tavolo, e sembrava contenta di lasciare che la Lady sua madre e sua sorella parlassero a nome della Casa Toland.

“Qui abbiamo sentito le stesse storie che voi avete sentito a Sunspear,” disse loro Lady Nymella mentre un servitore le versava il vino. “Mercenari approdati a Cape Wrath, castelli sotto assedio o espugnati, raccolti razziati o bruciati. Da dove questi uomini arrivino e chi siano, nessuno ne è certo”.

“Pirati e avventurieri, erano le prime voci”, disse Valena. “Quindi si suppose che fosse la Golden Company. Ora si dice che sia Jon Connington, la mano del Re Pazzo, tornato dalla tomba per reclamare il suo diritto di nascita. Chiunque siano, Griffin’s Roost è caduto in mano loro. Rain House, Crow’s Nest, Mistwood, e persino Greenstone sulla sua isola. Tutti presi”.

I pensieri di Arianne tornarono ancora una volta alla sua dolce Slyva la Maculata. “Chi potrebbe mai volere Greenstone? C’è stata una battaglia?”

“Non ci risulta, ma i racconti erano confusi”.

“Anche Tarth è caduta, stando a quanto riferitoci da dei pescatori,” disse Valena. “Questi mercenari ora controllano gran parte di Cape Wrath e metà delle Stepstones. Abbiamo anche sentito parlare di elefanti.“

“Elefanti?” Arianne non sapeva cosa pensare al riguardo. “Ne siete certi? Non draghi?”

“Elefanti”, Confermò Lady Nymella.

“E Kraken dal Broken Arm, che trascinano galee negli abissi, dopo averle frantumate,” disse Valena. “Il sangue li attira in superficie, secondo il nostro maestro. Ci sono corpi in acqua, alcuni sono arrivati fin alle nostre coste. E non è che la metà di quello che succede. Un nuovo re dei pirati si è insediato a Torturer’s Deep. Il Lord delle Acque, si fa chiamare. Ha una maestosa nave da guerra, 3 ponti, mostruosamente larga. Siete stata saggia a non venire via mare. Da quando la flotta di Redwyne ha attraversato le Stepstones, quelle acque brulicano di strane navi, dirette a nord alle Straights of Tarth e alla Shipbreaker’s Bay. Myrmiani, Volanteniani, Lyseni, e persino dalle Iron Islands. Alcuni sono entrati nel mare di Dorne per far sbarcare uomini sulla costa sud di Cape Wrath. Abbiamo trovato una nave veloce per lei, così come comandatoci da vostro padre, ma in ogni caso, state attenta!”

Quindi è vero. Arianne avrebbe voluto chiedere di suo fratello, ma suo padre l’aveva avvertita di stare attenta a quello che diceva. Se queste navi non avessero portato Quentyn indietro con la sua regina dei draghi, sarebbe stato meglio non menzionarlo. Solo suo padre e un pugno dei suoi uomini più fidati sapevano della missione di suo fratello a Slaver’s Bay. E Lady Toland e le sue figlie non erano tra questi. Se fosse stato Quentyn, avrebbe riportato Daenerys direttamente a Dorne, di sicuro. Perché rischiare un approdo a Cape Wrath, in mezzo ai signori della tempesta?

“Dorne è a rischio?” Chiese Lady Nymella. “Lo confesso, ogni volta che vedo una nave sconosciuta il cuore mi balza in gola. Che succederebbe se queste navi si volgessero a sud? La maggior parte delle forze dei Toland sono con Lord Yronwood alla Boneway. Chi difenderebbe Ghost Hill se questi stranieri approdassero sulle nostre coste? Riuscirei a richiamare i miei uomini indietro?”.

“I vostri uomini servono dove stanno, mia signora,” le assicurò Daemon. Arianne annuì rapidamente. Qualunque altra risposta avrebbe portato le schiere di Lord Yronwood a disfarsi come un vecchio arazzo se tutti gli uomini si fossero precipitati alle proprie case per difendere i loro territori contro dei possibili nemici che avrebbero o non avrebbero potuto presentarsi.  “Una volta che avremo appurato fuor da ogni dubbio se questi sono amici o nemici, mio padre saprà cosa fare” disse la Principessa.

Fu allora che quella goffa, grassoccia Teora alzò gli occhi dalla torta alla crema nel suo piatto. “Sono i draghi.”

“Draghi?” disse sua madre. “Teora, non essere stupida”

“Non lo sono. Stanno arrivando”

“E come potresti saperlo tu?” Chiese sua sorella, con una nota di sconcerto nella sua voce.”Uno dei tuoi piccoli sogni?” Teora annuì leggermente, col mento tremante. “Stanno danzando. Nel mio sogno. E dovunque danzino i draghi, la gente muore”.

“I sette ci salvino”. Lady Nymella sospirò inaspettatamente.

“Se tu non ti mangiassi tutte quelle torte alla crema, non avresti questi brutti sogni. Cibi troppo pesanti non sono adatti a una ragazzina della tua età, quando i tuoi umori sono così sballati. Maestro Toman dice…”

“Odio Maestro Toman,” disse Teora. Quindi si alzò e se ne andò via dalla tavola, lasciando la Lady sua madre col compito di scusarsi per lei.

“Sia gentile con lei, mia signora”. Disse Arianne. “Mi ricordo di quando avevo la sua età. Mio padre si disperava per me, ne sono certa”

“Posso confermarlo” Sir Daemon bevve un sorso di vino e disse, “La casa Toland ha un drago nel suo stendardo”

“Un drago che si mangia la coda, aye”, disse Valena. “Dai giorni della conquista di Aegon. Non conquistò nulla qui. Da altre parti ha bruciato i suoi nemici, lui e le sue sorelle, ma noi qui abbiamo bruciato tutto prima di loro,lasciando loro solo pietra e sabbia da bruciare. I draghi tornarono e più e più volte, mordendosi la coda, nella follia della fame, fin quando non divennero pelle e ossa.”

“I nostri antenati ebbero la loro parte in questo,” Disse orgogliosamente Lady Nymella. “Imprese eroiche vennero compiute, e uomini coraggiosi morirono. Tutto ciò venne trascritto dai maestri che ci servirono. Abbiamo dei libri, se la mia principessa volesse avere il piacere di leggerli.”

“Un’altra volta, magari” Disse Arianne.

Quella notte, mentre tutti a Ghost Hill dormivano, la principessa indossò un mantello col cappuccio contro il freddo e si mise a passeggiare per i merli del castello, cercando di metter ordine ai suoi pensieri. Daemon Sand la trovò appoggiata a un parapetto, con lo sguardo rivolto al mare, dove la luna danzava sulle acque. “Principessa” disse, “Dovreste essere a letto”.

“Potrei dire la stessa cosa di te”. Arianne si girò per guardarlo in faccia. Una bella faccia, decise. Il ragazzo che conoscevo è diventato un bell’uomo. I suoi occhi erano blu come il cielo del deserto, i suoi capelli avevano il castano chiaro delle sabbie che avevano appena attraversato. Una barba finemente tagliata seguiva il filo di una mascella pronunciata, ma che non poteva nascondere le fossette che gli apparivano quando sorrideva. Ho sempre amato il suo sorriso.

Il bastardo di Godsgrace era inoltre una delle migliori spade di Dorne, come ci si poteva aspettare da qualcuno che era stato lo scudiero del Principe Oberyn e che era stato investito cavaliere dalla Red Viper in persona. Qualcuno disse che era stato anche l’amante di suo zio, anche se raramente glielo dissero in faccia. Arianne non sapeva se quest’ultima cosa fosse vera. Era stato il suo amante, però. All’età di quattordici anni lei gli aveva dato la sua verginità. Daemon non era molto più grande, così la loro esperienza fu tanto goffa quanto il loro ardore. Tuttavia, fu dolce.

Arianne gli rivolse il suo sorriso più seducente. “Potremmo dormire nello stesso letto”

La faccia di Sir Daemon era scolpita nella pietra. “Ve ne siete forse scordata, Principessa? Sono un bastardo”. Le prese la mano. “Se non sono degno di questa mano, come potrei esser degno della vostra patata?”

Lei ritrasse la mano. “Ti meriteresti uno schiaffo per questo”

“La mia faccia è vostra. Fate quel che volete”

“Quello che voglio è diverso da quello che vuoi tu, a quanto pare. D’accordo. Parlatemi piuttosto. Potrebbe veramente essere il principe Aegon?”

“Gregor Clegane strappò Aegon dalle braccia di Elia e schiantò la sua testa contro un muro,” disse Sir Daemon. “Se il principe di Lord Connington dovesse avere il teschio rotto, allora crederei che Aegon Targaryen è ritornato dalla tomba. Altrimenti, no. Questo è un impostore, niente di più. Il magheggio di un mercenario per assicurarsi del supporto”.

Mio padre teme la stessa cosa. “Ma se così non fosse, tuttavia… Se questo fosse veramente Jon Connington, se il ragazzo fosse veramente il figlio di Rhaegar…”

“Sperate che lo sia, o che non lo sia?”

“Io… Sarebbe una grande gioia per mio padre sapere che il figlio di Elia è ancora vivo. Amava anche sua sorella allo stesso modo”:

“Ho chiesto che cosa sperate voi, non vostro padre”

E lo stesso vale per me. “Avevo sette anni quando Elia morì. Mi dissero che presi in braccio sua figlia Rhaenys una volta, quand’ero troppo piccola per ricordarmelo. Aegon sarebbe uno sconosciuto per me, per vero o falso che sia”. La principessa si prese una pausa. “Siamo alla ricerca della sorella di Rhaegar, non di suo figlio”. Suo padre aveva riposto la sua fiducia in Sir Daemon, quando lo aveva scelto come protettore per la figlia; quantomeno con lui, poteva parlare liberamente. “Vorrei che Quentyn fosse tornato.”

“O così dici”, disse Daemon Sand. “Buona notte, Principessa”. Le fece un inchino, e si congedò. Cosa avrà voluto dire con quelle parole? Arianne lo guardò mentre se ne andava. Che razza di sorella sarei, se non volessi mio fratello indietro? Era vero, lei era stata in collera verso Quentyn per tutti quegli anni in cui credeva che loro padre pensasse di nominare lui come suo erede anziché lei, ma alla fine si era rivelato tutto un malinteso. Lei era l’erede di Dorne, suo padre le aveva dato la sua parola. Quentyn avrebbe avrebbe avuto la sua regina dei draghi, Daenerys.

A Sunspear era appeso un ritratto della Principessa Daenerys mentre veniva a Dorne per sposarsi con uno degli antenati di di Arianne. Negli anni della sua giovinezza Arianne aveva speso ore fissandolo, ai tempi in cui era solo una ragazza grassoccia e col petto piatto, al culmine della pubertà, e pregava ogni notte che gli Dei la facessero crescere bella. Un centinaio d’anni fa, Daenerys Targaryen venne a Dorne per portare la pace. Ora un’ altra arriva a portare guerra, e mio fratello sarà suo re e consorte. Re Quentyn. Perché le suonava così sciocco?

Tanto sciocco quanto Quentyn che cavalca un drago. Suo fratello era un ragazzo serio, ben educato e ligio al dovere, ma insipido. E piatto, molto piatto. Gli Dei diedero ad Arianne la bellezza per cui aveva tanto pregato, ma Quentyn doveva aver pregato per qualcos’altro. La sua testa era troppo grossa e in qualche modo quadrata, e i suoi capelli del colore del fango secco. Le sue spalle erano cadenti, ed era troppo magro. Assomiglia molto a nostro padre.

“Voglio bene a mio fratello” disse Arianne, nonostante ci fosse solo la luna come sua interloquice. Anche se, a dire il vero, lei lo conosceva appena. Quentyn era stato allevato da Lord Anders della casa Yronwood, il Bloodroyal, figlio di Lord Ormond Yronwood e nipote di Lord Edgar. In gioventù suo zio Oberyn disputò un duello con Edgar, e gli lasciò una ferita che lo umiliò e lo uccise. Da allora venne chiamato ‘la Red Viper’, e si mormorò che la sua lama fosse intrisa di veleno. Gli Yronwood erano un’antica casata, fiera e potente. Prima dell’arrivo di Rhoynar furono re di oltre metà di Dorne, possedevano territori immensi rispetto a quelli della casa Martell. Una faida sanguinaria e la ribellione avrebbero di sicuro fatto seguito alla morte di Lord Edgar, se suo padre on avesse agito prima. La Red Viper andò a Oldtown, quindi attraversò il mare stretto fin a Lys, e nessuno osò definirlo un esilio. E a tempo debito, Quentyn venne dato a Lord Anders per essere cresciuto, in segno di fiducia. Questo aiutò a sanare la breccia tra Sunspear e gli Yronwoods, ma ne aprì di nuove tra Quentyn e le Serpi della Sabbia. E Arianne era sempre stata più vicina alle sue cugine che al suo distante fratello.

“Abbiamo lo stesso sangue, comunque ” sussurrò. “Certamente voglio mio fratello a casa. Lo voglio”. Il vento che soffiava dal mare le fece venire la pelle d’oca lungo le braccia. Arianne si ricoprì col mantello, e si diresse verso il suo letto.

La loro nave si chiamava Peregrine. Partirono alle prime luci dell’alba. Gli Dei furono generosi con loro, il mare era calmo. Persino con dei buoni venti, l’attraversamento durò un giorno e una notte. Jayne Ladybright divenne verde dal mal di mare e passò la maggior parte del viaggio vomitando, mentre Elia Sand sembrava trovare tutto ciò divertente. “Qualcuno dovrebbe sculacciare quella bambina”, alcuni sentirono dire da Joss Hood… Ma Elia era tra quelli che lo sentirono.

“Sono quasi una donna fatta, Sir” rispose lei altezzosamente. “Lascerò che voi mi sculacciate, ma prima dovrete giostrare con me, e sbattermi giù dal mio cavallo”.

“Siamo su una nave, e senza cavalli” replicò Joss.

“E le Lady non giostrano”, insistè Sir Garibald Shells, un giovane uomo ben più serio e a modo del suo compagno. “Io lo faccio. Sono Lady Lance”.

Arianne aveva sentito abbastanza. “Potresti anche essere una lancia, ma non sei una lady. Vai sottocoperta e stai lì finchè non raggiungiamo la riva”. Non ci furono altri avvenimenti durante l’attraversamento.  Al crepuscolo avvistarono una galea in lontananza, i suoi remi salivano e scendevano contro le stelle della sera, ma si stava allontanando da loro, e presto rimpicciolì e sparì all’orizzonte. Arianne giocò una partita di cyvasse con Sir Daemon, e un’altra con Garibald Shells, e in qualche modo le perse entrambe. Sir Garibald fu abbastanza gentile da dirle che aveva giocato bene, ma Daemon la prese per il culo. “Hai altri pezzi oltre al drago, Principessa. Prova a usarli qualche volta”.

“Mi piace il drago”. Avrebbe voluto togliergli quel sorriso dalla faccia con uno schiaffo. O con un bacio, forse. L’uomo era tanto compiaciuto quanto avvenente. Di tutti i cavalieri di Dorne, perchè mio padre ha scelto proprio questo per essere il mio protettore? Conosce la nostra storia. “Era solo un gioco. Parlami del Principe Viserys”.

“Il re mendicante?” Sir Daemon sembrò sorpreso.

“Tutti dicevano che il Principe Rhaegar era bello. Lo era anche Viserys?”

“Suppongo di sì. Era un Targaryen. Non l’ho mai visto di persona”

Il patto segreto che il Principe Doran fece molti anni prima voleva Arianne sposata col Principe Viserys, non Quentyn con Daenerys. Venne tutto alterato e disfatto nel mare Dothraki, quando Viserys venne ucciso. Incoronato con l’oro fuso. “Venne ucciso da un khal Dothraki” disse Arianne. “Il marito della regina dei draghi”.

“Così ho sentito dire. Cosa ne pensi?”

“Solo… Perchè Daenerys ha lasciato che accadesse? Viserys era suo fratello. Tutto quello che rimaneva del suo stesso sangue”.

“I Dothraki sono un popolo selvaggio. Chi può sapere perché lo uccisero? Forse Viserys alzò il suo calice con la mano sbagliata”. Forse. Pensò Arianne, o forse Daenerys capì che una volta che suo fratello sarebbe stato incoronato e sposato con me, lei sarebbe stata condannata a passare il resto della sua vita a dormire in una tenda e a puzzare di cavallo. “Lei è la figlia del Re Folle”, disse la Principessa. “Come possiamo sapere…”

“Non possiamo”, Disse Sir Daemon. “Possiamo solo sperare”.

***

To be published by Bantam Books; Copyright © 2011 by George R.R. Martin. All rights reserved. This is a fan-made translation: no copyright infringement intended.

Data di pubblicazione: Gennaio 2013 sul sito ufficiale dell’autore._ Ora rimosso.

Testo originale: Wayback
Traduzione: Marco “IL BorGhO” Borghetti

Editing e prima revisione: Aranel/Mariacristina M.

 

 

Aranel

Graphic & Concept Designer, Illustrator and Cartoonist. But most of all, Art Lover. Daughter of the North. Nerd, and proud.

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