The Winds of Winter – VICTARION

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Estratto dal capitolo dedicato a Victarion Greyjoy
tratto da “The Winds of Winter”, letto da George R.R. Martin 
alla MisCon 2012, in Montana.


***

La Nobildonna era una nave che sembrava una vasca da bagno, pingue e compiaciuta come le signore nobili delle terre verdi. La stiva era enorme, e Victarion l’aveva stipata di uomini armati. Insieme a lei avrebbero navigato le altre prede di minor conto che la Flotta di Ferro aveva catturato durante il suo lungo viaggio verso la Baia degli Schiavisti, un adorabile assortimento di cocche, grandi cocche, caracche e galee mercantili nascoste qua e là da barche da pesca. Era una flotta proficua e debole allo stesso tempo, che prometteva molto in termini di lana, vini e altri beni commerciali e molto poco in termini di sicurezza. Victarion ne aveva affidato il comando a Wulfe Un-Orecchio.

“Gli schiavisti potrebbero impaurirsi quando avvisteranno le vele in arrivo dal mare,” gli disse. “Ma una volta che vi avranno visti bene rideranno delle loro paure. Mercanti e pescatori, ecco quel che siete. Chiunque può vederlo. Falli avvicinare quanto vogliono, ma tieni gli uomini nascosti sottocoperta finché non sarete pronti. Poi accostate e abbordateli. Liberate gli schiavi e buttate gli schiavisti in pasto ai pesci, ma prendete le navi. Avremo bisogno di ogni singolo scafo per tornare a casa “.

“Casa”, sorrise Wulfe. “Gli uomini ameranno il suono di questa parola, Lord Comandante. Prima le navi-… Poi stermineremo questi Yunkai, Aye.”

La Vittoria di Ferro era legata al fianco della Nobildonna, catene e rampini ad unire strette le due navi, una passerella tesa tra di esse. La grande cocca era molto più imponente della nave da guerra e svettava alta nell’acqua. Lungo tutte le murate le facce degli Uomini di Ferro si sporsero verso il basso, a osservare Victarion mentre dava una pacca sulla spalla di Wulfe Un-Orecchio e lo spediva ad inerpicarsi su per la passerella. Il mare era liscio e immoto, il cielo fulgido di stelle. Wulfe ordinò che tirassero su la passerella, che rimuovessero le catene. La nave da guerra e la cocca si separarono. In lontananza il resto della famigerata flotta di Victarion stava issando le vele. Un sommesso applauso salì dall’equipaggio della Vittoria di Ferro, e gli uomini della Nobildonna gli risposero allo stesso modo.

Victarion aveva dato a Wulfe i suoi migliori combattenti. Li invidiava. Sarebbero stati i primi a sferrare un colpo, i primi a vedere quello sguardo di paura negli occhi dei nemici. Mentre si trovava sulla prua della Vittoria di Ferro a osservare le navi mercantili di Un-Orecchio sparire una dopo l’altra verso occidente, i volti dei primi nemici che aveva ucciso tornarono alla mente di Victarion Greyjoy. Pensò alla sua prima nave, alla sua prima donna. C’era irrequietezza in lui, una bramosia per l’alba e le cose che quel giorno avrebbe portato. Morte o gloria, oggi farò il pieno di entrambi. Il Trono del Mare sarebbe dovuto essere suo, quando Balon morì, ma suo fratello Euron glielo aveva rubato, proprio come gli aveva rubato la moglie tanti anni prima. Me l’ha rubata e l’ha disonorata, ma ha lasciato che io la uccidessi.

Tutto questo era ormai morto e sepolto, però. Victarion avrebbe avuto ciò che gli era dovuto, finalmente. Ho il corno, e presto avrò la donna. Una donna più bella della moglie che mi ha fatto uccidere.

“Comandante.” La voce apparteneva ad Acqualunga Pyke. “I rematori attendono il vostro ordine.”

Tre, e forti. “Mandali nella mia cabina. Voglio anche il sacerdote”.

I rematori erano tutti possenti. Uno era un ragazzo, uno un bruto, uno il bastardo di un bastardo. Il Ragazzo era stato ai remi meno di un anno, il Bruto venti. Avevano dei nomi, ma Victarion non li conosceva. Uno era venuto dalla Cordoglio, uno dalla Falco-Stornello, uno dalla Bacio del Kraken. Non potevano aspettarsi che lui conoscesse i nomi di ogni schiavo che avesse mai mosso un remo nella Flotta di Ferro.

“Mostra loro il corno,” ordinò, quando i tre furono introdotti nella sua cabina.

Moqorro lo portò, e la donna scura sollevò una lanterna perché potessero dargli un’occhiata. Alla luce della lanterna il corno demoniaco sembrava contorcersi e rivoltarsi nelle mani del sacerdote come un serpente che lottasse per fuggire. Moqorro era un uomo di dimensioni mostruose – corpulento, spalle larghe, torreggiante – ma anche nella sua stretta il corno sembrava enorme.

“Mio fratello trovò questa cosa a Valyria,” disse Victarion agli schiavi. “Pensate a quanto dovesse esser stato grande il drago per reggere due di questi sulla testa. Più grande di Vhagar o Meraxes, più grande Balerion il Terrore Nero.” Prese il corno da Moqorro e fece correre il palmo della mano lungo le sue curve. “All’Acclamazione di Re a Vecchia Wyk uno dei muti di Euron soffiò in questo corno. Alcuni di voi ricorderanno. Non era un suono che un uomo potrà mai dimenticare dopo averlo udito”.

“Dicono che sia morto,” disse il Ragazzo, “quello che ha suonato il corno.”

«Aye. Il corno fumava, dopo. Il muto aveva vesciche sulle labbra, e l’uccello tatuato sul suo petto sanguinava. È morto il giorno dopo. Quando lo hanno aperto, i suoi polmoni erano neri “.

“Il corno è maledetto”, disse il Bastardo del Bastardo.

“Il corno di un drago di Valyria,”, disse Victarion. “Sì, è maledetto. Non ho mai detto che non lo sia.” Sfiorò con la mano una delle bande d’oro rosso e l’antico glifo sembrò cantare sotto la punta delle sue dita. Per metà di un battito del cuore non desiderò altro che suonare il corno lui stesso. Euron è stato uno sciocco a darmelo; è un oggetto prezioso e potente. Con questo conquisterò il Trono del Mare, e quindi il Trono di Spade. Con questo conquisterò il mondo.

“Cragorn ha suonato il corno tre volte ed è morto per questo. Era grosso quanto ognuno di voi, e forte quanto me. Così forte che poteva staccare la testa di un uomo dalle sue spalle a mani nude, ma il corno lo ha ucciso.”

“Ucciderà anche noi, allora,” disse il Ragazzo.

Victarion non perdonava spesso uno schiavo che parlasse a sproposito, ma il Ragazzo era giovane, non più d’una ventina d’anni, e destinato a morir presto, oltretutto. Lasciò correre.

“Il muto ha suonato il corno tre volte. Voi tre lo suonerete solo una volta. Può darsi che moriate, può darsi di no. Tutti gli uomini muoiono. La Flotta di Ferro sta navigando verso la battaglia. Molti su questa nave saranno morti prima che il sole tramonti – accoltellati o trafitti, sventrati, annegati, bruciati vivi – solo gli Dei sanno chi di noi sarà ancora qui all’alba di domani. Suonate il corno, sopravvivete e farò di voi uomini liberi, uno o due o tutti e tre. Vi darò mogli, un po’ di terra, una nave per solcare i mari, schiavi vostri. Gli uomini conosceranno i vostri nomi. “

“Anche voi, Lord Comandante?” Chiese il Bastardo del Bastardo.

“Sì.”

“Lo farò, allora.”

“E anch’io,” disse il Ragazzo.

Il Bruto incrociò le braccia e annuì.

Se credere d’avere una scelta faceva sentire i tre più coraggiosi, che si aggrappassero pure a questo. A Victarion importava poco ciò che credessero, erano solo schiavi.

“Navigherete con me sulla Vittoria di Ferro”, disse loro, “ma non vi unirete alla battaglia. Ragazzo, sei il più giovane – suonerai il corno per primo. Quando arriverà il momento soffiaci dentro a lungo e con forza. Dicono che tu sia forte. Soffia nel corno finché non sarai troppo debole per stare in piedi, fino a quando l’ultimo sbuffo di fiato non ti sarà stato spremuto via, fino a quando i polmoni non ti staranno bruciando. Fa’ sì che i liberti lo sentano a Meereen, gli schiavisti a Yunkai, i fantasmi ad Astapor. Fa’ sì che le scimmie si caghino addosso al suo suono quando echeggerà per l’Isola dei Cedri. Poi passa il corno all’uomo accanto a te. Mi avete sentito? Sapete cosa fare?”

Il Ragazzo e il Bastardo del Bastardo si tirarono i ciuffi; il Bruto avrebbe forse fatto la stessa cosa, ma era calvo.

“Potete toccare il corno. Ora andate.”

Lasciarono il suo cospetto uno dopo l’altro. I tre schiavi, e poi Moqorro. Victarion non gli avrebbe permesso di prendere il corno infernale.

“Lo terrò qui con me, fino a quando non ce ne sarà bisogno.”

“Come comandate. Volete che vi salassi? “

Victarion afferrò la donna scura per il polso e la tirò a sé. “Lo farà lei. Va’ a pregare il tuo dio rosso. Accendi il tuo fuoco, e dimmi cosa vedi”.

Gli occhi scuri di Moqorro sembravano brillare. “Vedo draghi.”

***

To be published by Bantam Books; Copyright © 2012 by George R.R. Martin. All rights reserved. This is a fan-made translation: no copyright infringement intended.
Letto alla Miscon, 25/28 maggio 2012.
Fonte trascrizione estratto: Reddit

Traduzione e revisione: Elena Zorzi

Editing: Aranel/Mariacristina M.

 

 

Aranel

Graphic & Concept Designer, Illustrator and Cartoonist. But most of all, Art Lover. Daughter of the North. Nerd, and proud.

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