[INSIDE] La brutale battaglia di Winterfell: cosa aspettarsi

Qua trovate il secondo articolo con le interviste agli attori.

Parole del giornalista, gli articoli sono tutti in prima persona.

La grande battaglia è finita.

Il pavimento innevato è striato di sangue.
Eroi un tempo amati giacciono morti al di fuori delle mura del castello. (carino iniziare così un reportage eh? – Quinn)
Winterfell è silenziosa.
E poi…
Un improvviso ruggito da sopra. Una raffica di vento. Si vedono sfocati i movimenti di qualcosa che vola basso.
Un drago? No…
Un drago di ghiaccio? No…
Peggio!

“Un fottuto elicottero-spoiler è appena volato proprio sopra il set!” dice un membro della crew allarmato.

Questo potrebbe essere un disastro. È Aprile del 2018 sul set della stagione finale di Game Of Thrones, nel nord dell’Irlanda. L’elicottero sembra sia apparso dal nulla, volando direttamente verso una scena cruciale ed importante della stagione finale dello show. La produzione dovrebbe avere il proprio spazio aereo protetto dal governo – niente aerei, nessun drone e sicuro come la morte nessun misterioso elicottero che ronzi attorno Winterfell – Se i paparazzi armati di fotocamere erano a bordo, le loro foto avrebbero causato un’esplosione nel mondo dell’intrattenimento.

“Qualcuno ha preso il suo numero di coda?”

La produzione chiama l’autorità dell’aviazione civile per trovare l’identità del pilota mentre gli showrunners David Benioff e Dan Weiss vengono informati della possibile violazione. Come sempre, rimangono calmi. Non puoi comandare un set così esteso e intenso come quello di Game of Thrones e perdere la tua calma ogni volta che potrebbe esserci una catastrofe, o non smetteresti mai di andare in iperventilazione.

“C’è sempre qualche crisi, c’è sempre un disastro imminente. Non puoi mai sapere quando arriva. Col tempo, riesci a capire dove sono le vere catastrofi e quali di esse probabilmente saranno “okay”

Dopo un’ora intensa, le notizie arrivano: era un elicottero della polizia. I segreti di Game of Thrones rimangono al sicuro, per ora. Nel frattempo, la produzione non ha mai smesso di lavorare. Lo spettacolo deve andare avanti, dopotutto, e la drammatica stagione finale della HBO è il più grande spettacolo del pianeta, impiegando un totale di 10 mesi solo per filmare sei episodi per la sua incredibile ottava stagione. Le aspettative sono incredibilmente alte.

La parola a David Nutter e Miguel Sapochnik il regista della battaglia

David Nutter: I fans non ne saranno delusi Ci sono tante “prime volte” in questi episodi. C’è la scena più divertente che io abbia mai ripreso nel corso dello show, e c’è una scena dove ci sono così tanti personaggi principali insieme che sembra di guardare un film sui supereroi

Nutter ha curato tre episodi nella stagione finale, inclusa un’entrata calma-prima-della-tempesta che potrebbe sorprendere gli spettatori con la sua giocosa intimità. Gli showrunners hanno anche diretto un episodio: il misterioso finale di stagione. (per quello ci sarà un articolo a parte – Quinn)

La battaglia di Winterfell

L’entrata più ambiziosa della stagione – probabilmente l’episodio più difficile da produrre nella storia della televisione – che si aspetta sia particolarmente sbalorditiva.

L’episodio è una cronaca della grande battaglia di Winterfell, dove si è messa insieme una complessa compagnia di alleati contro il Night King e la sua armata; un faccia a faccia enfatizzato già dalla prima vera scena della serie. È uno dei due episodi principali della stagione finale diretta da Miguel Sapochnik, che aveva già diretto “Hardhome” e “Battle of Bastards”, con cui aveva vinto un Emmy. Qui i preferiti dei fan combattono per le loro stesse vite, in un’impossibile lotta contro un nemico sovrannaturale che li sovrasta di numero.

Ci si aspetta che l’episodio sia la più lunga scena di battaglia consecutiva mai girata in qualsiasi film, e che raduni il maggior numero di personaggi principali di GoT insieme sin dal debutto dello show stesso nel 2011

Kit Harington: non puoi avere così tanti attori sul set, ci sono troppi ego!

La parola a Bryan Cogman

(co-produttore esecutivo)

“Quel che abbiamo chiesto di fare al team e alla produzione in questo anno davvero non è mai stato fatto in alcun film o in televisione. Questo faccia a faccia finale tra l’esercito dei morti e l’esercito dei viventi è completamente senza precedenti e inesorabile e fonde più generi anche mentre si svolge la battaglia. Ci sono scene costruite dentro scene, a loro volta costruite dentro altre scene. David e Dan hanno scritto un puzzle magnifico e Miguel lo ha preso, distrutto e messo di nuovo insieme. È stato stancante, ma penso che lascerà tutti a bocca aperta”

I numeri della battaglia

“Stancante” è abbastanza un eufemismo. Solo questo episodio ha richiesto 11 settimane di faticose riprese notturne. Immaginate qualcosa come 750 persone lavorare tutta la notte per quasi tre mesi nel mezzo della campagna aperta: le temperature scendevano al di sotto dello 0; lavoravano tra la pioggia ghiacciata e il vento pungente, il fango che arrivava alle caviglie; la puzza delle stalle dei cavalli e il fumo che strozzava. Le stars di Game of Thrones sono state persuase nel parlare apertamente della loro esperienza, perché nessuno di loro voleva che si pensasse che stessero piagnucolando (come avrebbe detto Il Mastino). Ma basta spendere anche solo pochissimo tempo sul set per realizzare come riprendere le scene della battaglia sia stato brutale, senza precedenti.

Come Miguel Sapochnik ha studiato e deciso di raccontare la battaglia partendo dal fosso di Helm

Quando si preparava per le riprese, Sapochnik provò a cercare la scena di battaglia più lunga nella storia del cinema, ma non la trovò.

La più vicina era la battaglia del Fosso di Helm, quasi lunga 40 minuti. L’ha studiata per riconoscere quando nel pubblico arriva la “fatica da battaglia”.

Sembra che l’unica via per approcciare bene questa scena è prendere ogni sequenza e chiedere a se stesso: “Perché dovrebbe importarmene continuare a guardare?” Una cosa che ho trovato è che meno azione – e quindi meno combattimento – hai in una sequenza, meglio è.

Un’altra sfida di direzione era capire su che personaggio focalizzarsi in ogni scena quando così tanti eroi sono coinvolti.

Le battaglie di GoT che avevo fatto in precedenza erano generalmente dalla prospettiva di Jon – Qui ho una ventina di membri del cast e ognuno di essi vorrebbe che questa fosse la sua scena. È complicato perché trovo che le sequenze di battaglia migliori si hanno quando hai un punto di vista forte. Continuo a pensare: di chi sto raccontando la storia ora?

Parte della strategia di Sapochnik è chiedere agli attori di completare gli “spazi vuoti delle loro storyline”, cioè cosa succede quando la camera taglia su qualcun altro ma la loro storia prosegue comunque.

John Bradley (Samwell Tarly) spiega: ”Possiamo magari non aver visto Sam per 10 minuti ma qualcosa è successo a Sam in quei 10 minuti – stavi combattendo, o scappando, o ti stavi nascondendo. Com’è cambiata la tua storia? Devi tenere a mente cos’è successo dall’ultima volta che ti hanno visto.”

Per tenere gli attori concentrati durante le lunghe e fredde ore di ripresa, Sapochnik li sorprende con delle domande.

Rory McCann (Il Mastino): Sei nel mezzo di una battaglia e Miguel arriva e chiede “Perché sei qui?” dice McCann. “Perché io sono qui? Ti fa pensare. Poi se ne va da un altro attore e fa “Per cosa stai combattendo?” (Un attore sbuca da dietro, “Il mio primo piano!” – LOL).

Iain Glen (Jorah Mormont): Tutti stanno combattendo per una ragione personale e Miguel cerca di far coincidere ogni momento in quella.

Traduzione: Marianna Picci
Editing e Revisione: Quinn
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