HBO: La concorrenza con altre emittenti e le (tante) morti della stagione 8

Com’era prevedibile, nell’ultima stagione di Game of Thrones moriranno diversi personaggi.

A dichiararlo senza preavviso è stata la vice direttrice senior delle serie tv drammatiche di HBO, Francesca Orsi, alla INTV Conference a Gerusalemme. Al panel intitolato “The Best of HBO”, la Orsi ha raccontato di essere stata presente alla lettura del copione per gli ultimi sei episodi.

È stato un momento molto intenso delle nostre vite e delle nostre carriere. Nessun membro del cast aveva ricevuto i copioni prima, e uno ad uno i loro personaggi sono morti. Alla fine, verso le parole finali dell’ultimo copione, hanno iniziato a scorrere le lacrime. Poi c’è stato un applauso lungo quindici minuti.

Il fatto che tutti si siano messi a piangere coincide con ciò che hanno detto Sophie Turner e Kit Harington a proposito della lettura del copione, anche se loro avevano evitato di parlare della morte di alcuni personaggi. Speriamo che la Orsi non intendesse dire che tutti muoiono – sarebbe deprimente perfino per Game of Thrones.

Il finale di Game of Thrones ha fatto piangere le star, ma i dirigenti di HBO sono ottimisti per quanto riguarda i numerosi progetti per i prequel (o, come li chiama il network, successor shows).

“Quando eravamo a Belfast a ottobre, Casey ha detto: ‘Sembrerebbe un illecito aziendale’ se non continuassimo”, racconta la Orsi, “ed ecco perché sono nati tre, quattro, addirittura cinque spinoff di Game of Thrones.” (Cinque in totale sono in fase di sviluppo.)

Tuttavia creare un seguito di Game of Thrones pone al network un problema in fatto di budget. GoT è uno show incredibilmente costoso – i draghi non si trovano a buon mercato – ma, quando stava iniziando, il budget era molto inferiore a quello attuale.

“Ovviamente non potremmo cominciare con lo stesso budget dell’ottava stagione”, riflette la Orsi, “ma quello della terza stagione?”

Pare che l’ottava stagione abbia un budget di circa 90 milioni di dollari, mentre la terza costò 50 milioni.

Budget altissim? Tanto c’è LannisterCard..

Anche il direttore della programmazione di HBO, Casey Bloys, ha detto la sua sull’argomento.

“Man mano che uno show prosegue, diventa più costoso e quando gli show diventano più ambiziosi richiedono del denaro in più. Avere a disposizione più soldi non significa sempre che migliorerà la qualità, ma a volte la portata delle idee lo richiede.”

I dirigenti hanno fatto delle osservazioni anche sul cambiamento del panorama televisivo, qualcosa a cui Game of Thrones ha contribuito non poco. Per esempio, secondo Bloys sarebbe più difficile realizzare Game of Thrones oggi.

“Se fosse stato oggi, i libri [delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco] ci sarebbero stati proposti già insieme a un regista e saremmo stati costretti a ordinare subito una o probabilmente due stagioni intere, e il problema è che invece, per fare le cose nel modo giusto, è stato proprio necessario attraversare tutta la fase di sviluppo.”

Per come stanno le cose ora, HBO si è creata uno spazio personale nel genere delle serie tv drammatiche di qualità.

Bloys ha affermato che il network si preoccupa di lavorare sulla qualità dei prodotti, mentre gli avversari, come Netflix, pensano più a sviluppare progetti che avranno una grande risonanza. A quanto dice lui, molti creatori preferiscono il modello HBO, perché sapranno che il loro lavoro sarà più curato.

Quando il mercato si fa sempre più competitivo, se il tuo brand produce contenuti di qualità, avrà un’importanza maggiore non solo per gli utenti ma anche per i creatori, i quali sanno di affidarsi a un ambiente che può collaborare in modo serio, si preoccupa del loro progetto e li coinvolgerà nel marketing. Questo modo di lavorare ha più valore oggi rispetto a cinque anni fa, dato che il numero di serie tv è raddoppiato; la consapevolezza di collaborare con qualcuno che si occuperà con i giusti modi del lancio del tuo show è diventata più importante, man mano che ci stiamo addentrando in questo mondo.

La Orsi è stata meno diplomatica, e ha voluto sferrare un bell’attacco alla concorrenza:

Non voglio fare i nomi dei partner e dei produttori con cui collaboriamo, ma recentemente un paio dei pezzi grossi che sono venuti da noi volevano lavorare assolutamente con HBO e soltanto con HBO, perché con Amazon non avrebbero ottenuto gli stessi vantaggi nel marketing, oppure non avrebbero potuto portare il cast alla première. Amazon non paga per le trasferte, il che è una vergogna ed è necessario che lo sappiano. [E produttori come Luca Guadagnino e Michael Haneke] non vogliono finire a lavorare con Netflix.

Infine, il direttore delle serie tv drammatiche di HBO David Levine ha calmato le acque, appoggiando il modello HBO in modo più mite.

“Se David [Benioff] e Dan [Weiss] avessero lavorato a più cose contemporaneamente, Game of Thrones non sarebbe stato Game of Thrones.”


Traduzione: Chiara B.
Editing: Alex A.
FONTE

Alex Auriuso

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