Sophie Turner: crescere tra Sansa Stark e Jean Grey

Alle 9 del mattino di un sabato mattina, Sophie Turner apre la porta della sua suite, indossando una tuta Kappa, un paio di calzini bianchi e un eyeliner intenso.

Dietro di lei, dei grandi palloncini dorati all’elio mostrano la frase “BUON COMPLEANNO” – Sophie ha appena compiuto 23 anni – e centinaia di palloncini rosa, gialli, arancioni e viola riempiono il resto dello spazio, rimbalzando delicatamente.

Quest’immagine probabilmente sorprenderà chiunque conosca Sophie Turner per la sua interpretazione di Sansa Stark, uno dei personaggi principali della serie tv Game of Thrones.

La serie unisce le macchinazioni politiche senza scrupoli di House of Cards, al mondo fantasy de Il Signore degli Anelli, con un po’ di sesso e sadismo in più. George R.R. Martin, l’autore della saga, ha basato la sua opera sulla Guerra delle Due Rose, aggiungendovi draghi e zombie. I suoi libri sono adatti al piccolo schermo, grazie all’abilità degli sceneggiatori nello scrivere dialoghi arguti, insieme alla loro crudele abitudine di uccidere personaggi importanti nei modi più cruenti ed inaspettati.

Per questi motivi, è la serie più popolare di sempre per la HBO, raggiungendo circa 30 milioni di spettatori ad episodio. 

Come tutti, anche noi aspettiamo l’ultima stagione con un misto di apprensione ed entusiasmo, e Sophie non è da meno, “Sto iniziando ad accettarlo solo ora, è come subire un lutto in famiglia,” dice. “Sto perdendo il personaggio che ho interpretato per così tanto tempo.”

Come ricordava Ramsay Bolton, il marito sadico di Sansa, qualche episodio prima che lei lo desse in pasto ai suoi stessi cani da caccia: “Se pensi che ci sarà un lieto fine, non hai prestato abbastanza attenzione.” In Game of Thrones, nessuno passa una vita tranquilla, ma Sansa vissuto delle esperienze particolarmente sconvolgenti. Ha visto suo padre giustiziato pubblicamente; sua madre e suo fratello sono stati assassinati, e lei invece è stata stuprata e ha perso la sua casa, ma ne è uscita fuori forte, una combattente.  

“All’inizio pensavo che non mi fosse rimasto nulla di quello che Sansa ha dovuto attraversare,” dice Sophie. “Ma nonostante mi sembri che non mi abbia toccata emotivamente, ho cominciato a pensare alla violenza domestica e allo stupro, e ha risvegliato una parte di me che potrebbe essere un’attivista.”

Il contrasto con l’infanzia stabile di Sophie Turner è rassicurante.

Suo padre è un consulente logistico, sua madre una maestra d’asilo, e la sua famiglia vive ancora nel villaggio del Warwickshire dove l’attrice è cresciuta. “Ho due fratelli maggiori molto intellettuali, e io non lo sono per niente,” spiega. “Sono sempre stata creativa, sin da quando avevo due anni. Io e la mia migliore amica organizzavamo delle piccole recite ogni volta che ci vedevamo. È diventato importante nella mia vita.” Dall’età di quattro anni si è unita a diversi gruppi teatrali amatoriali – “Per me era come respirare” – ed era un’appassionata ballerina classica, ma ha rifiutato un posto alla White Lodge, la scuola di ballo del Royal Ballet, perché non poteva sopportare di dover rinunciare alla sua ora di corso di teatro alla settimana. “Penso che in fin dei conti sia stata una buona decisione,” dice in modo beffardo. “Sono un po’ troppo alta e mi piace troppo la pasta, non sono sicura che sarei riuscita a diventare prima ballerina.” Invece, all’età di 13 anni si è unita al cast di Game of Thrones.

Sophie non dice nulla sull’imminente epilogo della serie, le cui riprese sono terminate lo scorso maggio, ma non è rimasta con le mani in mano.

Nel 2015 ha ottenuto il ruolo di Jean Grey, la giovane con il potere della telepatia che fa parte degli X-Men (Marvel).

I suoi co-protagonisti erano vere e proprie stelle del cinema, come Jennifer Lawrence, James McAvoy e Michael Fassbender. Il suo ultimo film, Dark Phoenix, si concentra su Jean e le difficoltà che incontra nel controllare i propri poteri. “Sta perdendo il controllo e non riesce a capire cosa le stia succedendo. Ha allucinazioni visive e uditive, allora io e Simon [Kinberg, il regista] abbiamo paragonato il suo stato mentale alla schizofrenia. Ci ha aiutati a legarla un po’ di più alla realtà, rendendo più semplice capirla, immedesimarsi in lei.”

“La cosa più importante che ho capito, girando questo film, è ciò che i problemi di salute mentale possono fare alla tua famiglia e ai tuoi amici, e anche che le persone possono allontanarsi da te, perché vederti così è troppo doloroso.” Sophie aggiunge che queste situazioni “sono dappertutto. Semplicemente non ne parliamo. Molte persone a me vicine hanno avuto difficoltà con la salute mentale, me inclusa, quindi è qualcosa che mi interessa tantissimo. Alcune persone che fanno parte della mia vita hanno raggiunto il fondo di questo baratro, e ho dovuto portarli negli Stati Uniti, perché nel Regno Unito non riuscivano a trovare l’aiuto adeguato. Negli USA, le persone sono più propense a parlare delle loro emozioni. O perlomeno, più propense a parlare di salute mentale. La nostra mentalità, nel Regno Unito, è quella di ‘testa alta, vai avanti con la tua vita, andrà tutto bene’.”

Negli ultimi cinque mesi, dopo due parti intense, che ha interpretato a lungo, Sophie Turner si è presa delle meritate vacanze.

“Li ho usati per capire cosa fare della mia vita,” dice, in maniera commovente. “Per dieci anni ho interpretato qualcun’altra, ho fatto quello che mi veniva detto, e ora penso ‘Mmmh. Forse dovrei trovarmi degli hobby.’ Mi piacciono un sacco di cose. Starò nella mia casa di New York a dipingere. E riprenderò la danza classica.”

La giovane attrice vive tra Maida Vale (Londra) e New York, e si reca spesso a Los Angeles, dove si trovano i suoi due cuccioli di Alaskan Klee Kai.

In Game of Thrones, Sansa era la padrona di un metalupo (un lupo mitologico, enorme e intelligente), finché il suo folle promesso sposo non ha ordinato di farlo abbattere. Nella vita reale, Sophie ha adottato Zunni, il cane Northern Inuit che interpretava il suo lupo. “Zunni era un’attrice terribile, era tremenda sul set,” dice. “Non veniva mai quando la chiamavo e tutti erano pronti a licenziarla, quindi l’abbiamo portata a casa quando avevo quattordici anni. Era alta poco meno di un metro, e abbastanza grande di dimensioni.” Zunni è vissuta fino ai suoi undici anni, rimanendo per la maggior parte del tempo con i genitori insofferenti di Sophie. Invece i tre Klee Kai sono ‘in formato da viaggio’ e hanno il passaporto per animali, quindi sono pronti ad accompagnarla al prossimo film.

I mesi sabbatici di Sophie hanno incluso numerose vacanze, documentate su Instagram per i suoi 9,4 milioni di follower.

Sul suo profilo si presenta in modo molto simile a come appare di persona – fresca, sveglia, divertente e premurosa. “Se su Instagram fingessi, le persone se ne accorgerebbero e me lo direbbero,” dice, sorridendo. “Chiunque può vedermi come sono veramente, in Game of Thrones. Ho il naso grande, occhi piccolini e il doppio mento e va bene così. Sto imparando ad amare il mio naso con la gobbetta.”

Ad essere sinceri, non è per niente così. In Game of Thrones, il suo profilo ricorda un’austera bellezza preraffaellita, mentre in X-Men ha un aspetto più moderno. In entrambi i film ha lunghi capelli che ricordano i dipinti di Tiziano, ma non nella vita reale. Si è parlato molto dei suoi capelli in passato, in particolare quando lei stessa ha rivelato che uno dei registi di Game of Thrones le aveva chiesto di non lavarli per le scene in cui Sansa stava vivendo dei momenti molto duri.  

“Lo so, se n’è parlato tantissimo,” dice ridendo. “Per le scene in cui scappo da Grande Inverno, correndo per il bosco e nuotando nei canali, mi dicevano ‘Non lavarti i capelli per le prossime due settimane.’ Ed erano disgustosi. Dal punto di vista della socializzazione, erano ributtanti. Ho usato un sacco di cappelli.”

Nelle stagioni successive, ha indossato una parrucca. Sembra strano che la sua carriera finora l’abbia vista interpretare delle rosse, nonostante lei sia bionda.

“Lo so, pare che alla gente io non piaccia bionda. Forse sembro un’influencer di Instagram. Quando frequenti uno dei Jonas Brothers vieni fotografata spesso, e quindi magari la gente quando mi vede bionda mi associa a quello piuttosto che ai personaggi che interpreto. Quindi mi cambiano i capelli.”

Come ogni millennial che si rispetti, Sophie ha conosciuto il suo fidanzato rockstar, Joe Jonas, sui social.

“Avevamo molti amici in comune,” spiega, “ed era da tempo che cercavano di farci conoscere. Ci seguivamo su Instagram e un bel giorno, all’improvviso, mi ha mandato un messaggio privato.” Joe e due suoi fratelli compongono il gruppo Jonas Brothers, che ha avuto un grande successo in passato. Le fan di lui la odiano? “Penso di sì. Va meglio ora,” confessa. “Le sue fan sono cresciute. Se mi ci fossi messa insieme negli anni in cui lo adoravano le quattordicenni, probabilmente sarebbero state più ostili.” Anche Joe Jonas deve stare attento, dato che i fan di Game of Thrones reagiscono in maniera molto simile quando si tratta dei loro preferiti. “I fan della serie sono molto protettivi nei miei confronti, perché mi hanno vista crescere. Gli scrivono e gli dicono ‘Se la farai soffrire…se le spezzerai il cuore…’ è una cosa dolce, mi piace.”

I due stanno insieme da due anni e mezzo.

“Joe è fantastico, fa morire dal ridere. Non direste mai che quest’anno compie trent’anni. È la persona più divertente, positiva e piena di energia che abbia mai visto. Io sono una pessimista, quindi siamo bilanciati bene.”

Naturalmente è stato Joe a decorare la stanza d’albergo con tutti quei palloncini, per una sorpresa sia di compleanno, che di San Valentino. Presto si sposeranno,

“Stiamo cercando di tenere un profilo basso, vorremmo avere una cerimonia intima.” E quando le viene chiesto se le nozze si terranno nel 2019, risponde con un “Forse”.

Dunque, nessuna informazione sull’abito che indosserà per sposarsi, ma pensare a Louis Vuitton non sarebbe un errore.

Il direttore artistico della casa di moda, Nicolas Ghesquière, è un amico di Sophie, e l’attrice è ambasciatrice del marchio.

“Adoro il modo in cui vede le donne. I suoi vestiti sono come i personaggi che mi attraggono di più: donne guerriere. Ti fanno sentire forte, potente, ma anche splendidamente femminile.”

Ghesquière ha attorno a sé un gruppo di donne invidiabile, tra cui Catherine Deneuve, Michelle Williams e Alicia Vikander. “È entusiasmante fare parte di questo gruppo,” dice Sophie.

“Mi piace il fatto che non scelga persone con un aspetto che va molto sui social – tipo le modelle di Instagram con le labbra enormi e le gambe lunghe e magrissime. Gli piacciono le donne che sono un po’ diverse dal solito, non le tipiche Kardashian perfette. Amo camminare sul tappeto rosso indossando qualcosa che mi fa sentire una persona diversa. Voglio poter giocare a travestirmi.” 

Sophie però prende più seriamente altri aspetti del suo lavoro, e ha iniziato a combattere per ciò in cui crede.

Ha sostenuto con ardore il movimento #MeToo, insistendo che in tutti i suoi contratti ci sia un “inclusion rider”, una maniera per assicurarsi che sul posto di lavoro la percentuale uomini/donne sia 50 – 50. 

“Ora ci sono donne nei dipartimenti di fotografia, produzione, regia. È bellissimo.” D’altra parte, però, esigere di essere pagate quanto i colleghi uomini è “un po’ complicato. Kit [Harington, che interpreta Jon Snow, il re del Nord] ha guadagnato più di me, però aveva un arco narrativo più ampio. Nell’ultima stagione ha girato di notte per almeno 70 notti, e io non per così tante. Ho detto una cosa del tipo, ‘Sai cosa…tieniti pure quei soldi.’”

Quello che conta, secondo Sophie, è che le persone parlino di questa situazione degli stipendi più prontamente e che chi sta ai vertici sia “più propenso ad ascoltare le persone che chiedono di ricevere lo stesso compenso. Quindi, si sta facendo qualcosa, ma penso che ci vorrà un po’…” Per quanto riguarda la sua esperienza personale prima del movimento Time’s Up,

“Ci sono stati momenti in cui, con il senno di poi, mi sono detta, ‘Quella cosa non andava bene, non ci si comporta così’, ma non mi è mai capitato nulla di estremo come quei casi orribili di Weinstein. Quasi metà delle persone che incontri in questo lavoro hanno qualche storia simile da raccontare. Prima se ne parlava, ma nessuno diceva, ‘è assurdo, qualcuno deve farsi sentire.’ La gente aveva quest’idea di Hollywood come un luogo affascinante, in cui succedono cose folli e ‘Questo è lo showbusiness, tesoro.’ Fino a quando non hanno iniziato a guardare le cose da un punto di vista più umano e a dire, ‘Non va bene, si tratta di abusi.’”

Per Sophie, ora i potenziali sfruttatori ci pensano due volte prima di agire in quel modo.

“Penso che siano tutti un po’ spaventati. Vecchi… chiunque commetta questi crimini terribili. Non si tratta solo di essere svergognati pubblicamente, ma anche delle conseguenze appropriate. Si tratta di perdere il lavoro e andare in tribunale. È fantastico che queste cose siano successe.”

E così, circondata dai palloncini mentre beve tè verde accovacciata sul divano della sua suite a Mayfair, Sophie Turner appare improvvisamente senza scrupoli come Sansa Stark, una vera regina guerriera.

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Fonte: HarperBazaar
Traduzione: Alessandra P.
Editing: Mariacristina M./Aranel

Aranel

Graphic & Concept Designer, Illustrator and Cartoonist. But most of all, Art Lover. Daughter of the North. Nerd, and proud.

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