[INTERVISTA] George Martin su Fire and Blood, Winds of Winter e futuri shows

Vi riportiamo alcuni estratti da una lunga intervista allo Zio Martin, presa da The Guardian!

La prima cosa che viene detta ai giornalisti che intervistano George Martin è “non chiedere di Winds of Winter”. Concentratevi su Fire and Blood, l’antologia sulla dinastia Targaryen.

Martin ammette di non aver mai pianificato di scrivere Fire and Blood.

Un po come The World of Ice and Fire, una antologia messa insieme da Elio M Garcia Jr e Linda Antonssen (westeros.org); lui si era proposto di spiegare a logo alcuni punti, la storia in generale e colmare lacune su alcuni Re e battaglie…

Con Fire and Blood è andata a finire che mi sono divertito così tanto con le piccole aggiunte che ho finito per scrivere 350.000 parole. Abbiamo completamente distrutto il concetto del libro, quindi è diventato la storia/dinastia dei Re Targaryen.

Il libro uscirà in italia il 20 Novembre, è possible fare già il pre-ordine su Amazon!

Sarebbe possibile estrarre altri racconti da questo libro. Se fossi 30 anni più giovane potrei facilmente scrivere una serie sulla Danza dei Draghi (la guerra civile Targaryen). Oppure la storia della conquista di Aegon. Ognuno dei 13 figli di Jaehaerys e Alysanne ha una storia da raccontare. E’ stato bellissimo rivivere ancora questo mondo e ricrearlo.

Il modo in cui Martin parla di Fire and Blood, è l’opposto con cui si approccia al discorso Winds of Winter

Ci sto lottando da qualche anno, Winds non è un libro ma sono una dozzina di libri, ognuno con un protagonista a parte con un gruppo diverso di personaggi, antagonisti, alleati e amanti intorno. Ognuno di essi si relaziona all’altro in maniera molto complessa. E’ veramente una sfida. Fire and Blood in confronto è stato molto facile, non semplice, ci ho messo anni, ma meno complesso.

Ho delle liste che mi aiutano e ricordare tutti i personaggi. Pezzetti di carta con scritte ovunque. Se avessi bisogno chiamo Elio e Linda e chiedo di che colore ha gli occhi qualche personaggio. In questi giorni ho anche una Wiki da consultare.

Ci sono giorni che mi alzo, preparò il caffè, mi siedo e inizio a scrivere: alzo gli occhi, c’è buio e il caffè è ancora vicino a me freddo, ho appena passato la giornata a Westeros.

Martin parla anche di Tolkien e della influenza che ha auto su di lui. Dei primi capitoli di Game of Thrones e come ha iniziato a scriverli. (trovate l’intervista intera qui, in inglese)

Era tutto nella mia testa, non potevo non scriverlo. Non è stata una decisione razionale, ma gli scrittori non sono creature razionali…Credo che ogni scrittore contemporaneo scriva sotto l’ombra di Tolkien, ma è impossibile che io possa catturare la sua voce che è singolare ed unica. Era un uomo diverso da me, d’altri tempi con diverse attitudini.

Riguardo il metodo di scrittura nell’universo di Westeros…

Lo show ha raggiunto così tanta popolarità nel mondo, i libri anche, ogni volta che mi siedo sono cosciente di avere per le mani qualcosa di grandioso e voler fare ancora qualcosa che ne stia all’altezza è un grosso peso.

D’altro canto, una volta che rientro nel mondo di westeros, come è successo con Fire and Blood, mi sognavo Aegon e Jaehaerys e non vedevo l’ora di mettermi a scrivere. Il mondo sparisce e non mi interessa cosa mangerò per cena, quali film ci sono al cinema o se ci sono email da leggere. Ancora di meno mi importa di chi è arrabbiato con me perché il libro nuovo non esce. Tutto svanisce e io vivo nel mondo di cui sto scrivendo, spesso è difficile per me entrare in quello stato di trance.

Oltre a questo martin sta lavorando contemporaneamente a più progetti dedicati agli spin off di Game of Thrones.

E’ anche produttore esecutivo di Who Fears Death, oltre che una serie tv in sviluppo per Wild Cards (anche se si parla di 2 o 3)… Non basta? Sta anche sviluppando “un paio di show per la HBO di cui non posso parlare ancora”.

Pillole dello Zio:

La gente legge fantasy per vedere i colori, viviamo la nostra vita ma credo ci sia qualcosa dentro di noi che vuole di più, esperienze più intense. Ci sono uomini e donne la fuori che cercano esperienze estreme, scalano montagne o vengono sparati nello spazio. Solo pochi di noi hanno il privilegio di poterlo fare, ma penso che ne nessuno di noi voglia vivere una vita “quieta”, il fantasy ci aiuta. Il Fantasy ci porta in posti magnifici, ci mostra cose fantastiche, riempie il bisogno nel nostro cuore.
E i Draghi?
I Draghi sono fighi, ma magari non sulla porta di casa.

Edit: Quinn

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