Emilia Clarke sul finale e l’eredità di Game of Thrones

Emilia Clarke – alias Daenerys Targaryen, Nata dalla Tempesta, la prima del suo nome, regina degli Andali e dei Primi Uomini, Protettrice dei Sette Regni, Madre dei Draghi, Khaleesi del Grande Mare d’Erba, la Non Bruciata, Distruttrice di Catene – ha ufficialmente terminato la serie che l’ha resa famosa.

In un’intervista con Variety, Emilia Clarke ha parlato di quello che prova ora che la serie hit della HBO è finita, di come si sia preparata per uno dei momenti più importanti della stagione e di come pensa che la serie verrà ricordata.

Ora che il finale è andato in onda, possiamo farti le congratulazioni.

Grazie mille. È davvero surreale.

Adesso tutto è finito – finito. Cosa si prova?

Sinceramente, è molto, molto strano. È una cosa così grande, che ti fa sentire quasi insensibile, anestetizzata a tutto. Stiamo dicendo addio da un bel po’. Durante le ultime due stagioni si sentiva l’atmosfera da “Oh, la fine sta arrivando, sta arrivando!” Perché non siamo in ‘Cin Cin’. Per l’intera serie ci siamo preparati all’arrivo dell’inverno. Ogni giorno sei a lavoro, preparandoti per la fine in maniera assurda. Ci siamo arrivati gradualmente, e poi tu finisci, altri finiscono, la serie finisce, ma poi c’è il primo episodio dell’ultima stagione, l’episodio più grande dell’ultima stagione, l’ultimo episodio dell’ultima stagione – è stato intenso. Nulla mi ha preparata a quest’ insensibilità mentre guardavo la fine vera e propria.

Direi che questa serie non è proprio ‘Cin Cin’.

No, non lo è. Anche se ‘Cin Cin’ è fantastico, adoro guardarlo.

Fai un discorso incredibile sui gradini della Fortezza Rossa, rivolgendoti all’esercito di Dany, riunito. Come hai affrontato quella scena?

Mi fa piacere che me l’abbia chiesto. Dovevo imparare un sacco di lingue fittizie, Dothraki, Valyriano, e fare un sacco di discorsi, ma mi sono messa tantissima pressione da sola, per questa scena. Qualsiasi attore ti dirà che le giornate sul set sono lunghe e poi torni a casa e fai i compiti, ovvero impari le battute per il giorno successivo. Tutto questo imparando pure una lingua immaginaria! Mi ha quasi uccisa. Solitamente riesco a impararle velocemente, ma questo discorso era davvero importante per me. Ero davvero preoccupata all’idea di fare ca***te. Sono rimasta sveglia fino a tardi ogni notte per due mesi. Ripetevo il discorso ai miei fornelli, lo ripetevo al frigo. Lo ripetevo a tutta Belfast dalla finestra! Insomma, la finestra era chiusa, non volevo che la gente pensasse che fossi una pazza furiosa.

Se puoi compiere un’azione come fare shopping o riordinare una stanza mentre ripeti le tue battute, vuol dire che le hai imparate bene. Quindi, ci stiamo avvicinando alla notte delle riprese. E al mattino, non avevo dormito per nulla perché ero rimasta alzata a piangere, pensando “Non posso farlo. Non riuscirò a farcela senza sbagliare le mie battute.” Sapevo che sarebbe stato uno dei momenti essenziali per Daenerys, che avrebbe consolidato il suo personaggio.

Ho tenuto il discorso davanti a uno schermo verde. Non c’era nessuno, solo una telecamera e una stanza vuota e verde.

La troupe, giustamente, avrebbe pensato “Oddio, una tizia che parla una lingua inventata.” Quindi c’è una sorta di distacco. Sapevo di dover essere pronta a rendermi estremamente ridicola. Il mio coach linguistico era attaccato a me perché ero sicura che avrei fatto un casino. Poi è successa una cosa stranissima – sono arrivata sul set, non ho avuto bisogno di provare e ho girato la scena perfettamente al primo take. Per il resto della giornata, era come se Daenerys fosse con me. È stata l’unica volta che sono riuscita a fare quel discorso senza sbagliare nulla, quando mi hanno ripresa. Se mi avessero chiesto di rifarlo il giorno dopo… ecco, l’avevo già dimenticato.

Dovendo recitare tutti questi discorsi in lingue inventate, ho guardato un sacco di video di – ora sembrerà ridicolo – dittatori e potenti capi di governo che parlavano in una lingua diversa dall’inglese per vedere se riuscissi a capirli anche senza conoscere la loro lingua. E si può! Puoi veramente capire cosa c***o stia dicendo Hitler, e tutti quegli oratori con un unico obiettivo che parlano una lingua straniera. Quindi ho pensato, “Se riesco a credere a ogni singola parola che pronuncerò, il pubblico non avrà troppo bisogno di guardare i sottotitoli.”

Quest’ultima stagione ha diviso il pubblico in maniera significativa. A conti fatti, quale pensi che sarà l’eredità della serie?

Penso che sarà quello che è sempre stata, ovvero una discussione sul potere e il suo impatto su un singolo individuo, su un gruppo di persone, e sulle persone che questi dovrebbero servire. Ritengo che sia vero nel primo episodio della prima stagione come nell’ultimo episodio della stagione finale. È come acchiappare la luce del sole. Come puoi capire cosa sia il potere e che effetto abbia su tutti gli esseri umani? E poi parliamo dei tentativi dei singoli di cercare di controllarlo e usarlo per il bene di un gruppo di persone, qualunque cosa significhi per loro. Credo che sia fondamentalmente un discorso sugli uomini e su come possiamo vivere insieme in un mondo governato dalla politica dell’individuo. Questa domanda viene posta nell’ultimo episodio e non penso ottenga una risposta, perché non dovrebbe ottenerne alcuna. Non possiamo dare risposte. Non ce ne sono. Cerchiamo di farlo in continuazione. Credo che il punto a cui siamo arrivati nella serie sia la risposta migliore possibile.


Traduzione: Alessandra P.
Editing: Alex A.
FONTE

Alex Auriuso

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